Sakineh Ashtiani, la donna iraniana incarcerata per adulterio e concorso in omicidio per la morte del marito

E’ giallo sul rilascio di Sakineh Ashtiani, la donna condannata a morte per adulterio e concorso nell’omicidio del marito dal regime di Teheran. La televisione iraniana in lingua inglese PressTv ha smentito la notizia del suo rilascio diffusa ieri sera dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania. La donna è stata portata nella sua abitazione solo per registrare un’intervista televisiva che andrà in onda questa sera.

La televisione ha spiegato che le immagini diffuse (che mostravano la donna nella sua casa) facevano parte di un documentario che andrà in onda questa sera con lo scopo di ribadire la sua colpevolezza nell’omicidio del marito. Nessuna conferma da parte iraniana era venuta ieri sul rilascio e fonti diplomatiche contattate avevano detto di non sapere nulla in proposito.

”Sakineh era stata effettivamente liberata, forse tre giorni fa. Il regime ha usato il suo rilascio perché, intanto, erano in corso i colloqui tra l’Iran e il gruppo del 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania, ndr) sulla questione nucleare”. E’ quanto sostiene Taher Djafarizad, attivista del Comitato antilapidazione che ieri è stato tra i primi ad annunciare la liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, poi smentita dalla tv iraniana. La versione della televisione locale Presstv secondo cui l’iraniana si trovava effettivamente nella sua abitazione di Tabriz, ma solo per rilasciare un’intervista non convince Djafarizad. “Sakineh era stata davvero liberata. Lo avevano annunciato anche alcuni quotidiani vicini al regime. Ma poi l’hanno riportata in carcere ingannando ancora una volta lei e la comunità internazionale. E’ stata usata da Teheran come carta da giocarsi ai colloqui sul nucleare” a Ginevra di pochi giorni fa, ha osservato l’attivista.

Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, è stata condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio, con sentenza poi sospesa nel luglio scorso, ed è in attesa di sentenza in un processo per l’uccisione del marito.

Il rappresentante in Italia del Comitato internazionale contro la lapidazione aveva detto ieri che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch’egli in carcere, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso brevissime immagini di Sakineh e del figlio nella casa per presentare un documentario che andrà in onda oggi. Ma “contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l’assassina Sakineh Mohammadi-Ashtiani è stata rilasciata – spiega oggi sul suo sito PressTv – una nostra equipe televisiva ha concordato con l’autorità giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell’omicidio sulla scena del delitto”.

Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva diffuso il 2 novembre scorso anche la notizia, poi risultata infondata, su una imminente impiccagione della donna.

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