Maurizio Belpietro, direttore di Libero

Alla presentazione di Metastasi, il libro sulla presenza mafiosa al Nord di Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli (edizioni Chiare Lettere) al Circolo della Stampa di Milano, c’era anche Maurizio Belpietro, direttore di Libero, il giornale per il quale i due autori lavorano. Lo stesso quotidiano che il giorno dopo le parole di Saviano su ‘ndrangheta e Lega aveva attaccato frontalmente lo scrittore. Peccato però che gli stessi cronisti indichino nel Carroccio il movimento politico su cui i padrini avrebbero scommesso. Belpietro minimizza: “sembra un romanzo”. Ma poi gli sfugge che i primi a dare la notizia “delle vicende di Roberto Castelli (il probabile gamma citato nel libro, quello che avrebbe ricevuto l’investitura politica dal boss Franco Coco Trovato, ndr) siamo stati noi”.

Direttore, all’indomani di Vieni via con me, quando l’autore di Gomorra disse che la ‘ndrangheta al Nord interloquiva con la Lega, Libero titolava “Saviano ha rotto i Maroni”. Dopo la pubblicazione di Metastasi, ci saremmo aspettati una prima pagina con scritto “Nuzzi, ma che Castelli ti fai?”.

Per la verità siamo stati i primi a raccontare le vicende di Castelli, o meglio di Nuzzi. Siamo sulla notizia. Ma ricondurre l’esplosione della Lega, come sostiene il pentito Antonio Di Bella, alla relazione con un esponente della criminalità organizzata è molto riduttivo. La ‘ndrangheta c’è e non lo scopriamo oggi. Non lo ha scoperto Saviano e neppure il libro di Nuzzi e Antonelli. Lo hanno rivelato i magistrati a partire dagli anni 70. Si sapeva delle cosche e soprattutto si sapeva delle relazioni economiche e anche dei contatti con la politica.

Il libro però descrive chiaramente l’incontro fra il boss Franco Coco Trovato e il fantomatico gamma.

Il libro non dimostra che la ‘ndrangheta interloquisce con il Carroccio, ma che i boss mafiosi hanno rapporti con tutti. Con la politica e anche col sindacato. Leggendo queste pagine si apprende che le cosche erano in contatto addirittura con qualche partigiano e addirittura con degli esponenti delle Brigate rosse. Raccontare solo un piccolo pezzo di questa storia è fuorviante. E’ come far credere che l’esplosione del partito di Bossi sia dovuto a un certo tipo di frequentazioni.

Eppure tutto porta a pensare che il gamma di cui si fa riferimento nel libro sia Roberto Castelli

Innanzitutto non ci sono accuse nei confronti di questo fantomatico gamma. E non so se si tratti davvero del viceministro. Questo lo verificherà la magistratura e così capiremo anche se ci sono dei risvolti di natura penale. Il pentito al centro del libro si limita a dire che circa vent’anni fa ci fu un contatto con questo signore. Un personaggio che a Lecco era considerato un imprenditore di successo e un cittadino benemerito che addirittura aveva ricevuto delle onorificenze. Può benissimo essere che abbia avuto rapporti anche con qualche politico.

Secondo le testimonianze raccolte nel libro i contatti fra il boss e gamma risalgono ai primi anni ’90. C’era ancora la prima repubblica e la bufera di  Tangentopoli non si era ancora scatenata. In quelle elezioni regionali l’allora Lega lombarda fece un notevole balzo in avanti conquistando, solo in Lombardia, quasi il 19%

Io ai tempi lavoravo all’Europeo e a differenza dei grandi giornali e delle televisioni, che hanno scoperto il movimento del Senatùr solo negli anni ’90, seguivamo da tempo il fenomeno: una crescente irritazione, soprattutto nelle realtà di provincia, nei confronti del potere romano che il Carroccio riuscì a tradurre in consenso. Ricordo perfettamente le elezioni di cui parla lei. Tutti negavano di votare per Bossi e dicevano di che avrebbero votato partito repubblicano. Ma quando si aprirono le urne si scoprì che il Pri aveva preso gli stessi voti di sempre mentre la Lega era esplosa.

Durante la conferenza stampa ha detto che il libro del suo inviato sembra un romanzo

In quelle pagine sono riportate notizie che sono autentici colpi di scena. E così come sono raccontati sembrano quasi i brani di un film o di un romanzo.

Non sarà perché Nuzzi dà ragione a Saviano?

Se Saviano avesse detto: “La ‘ndrangheta c’è ed è presente anche al Nord. E come tutte le organizzazioni criminali ha rapporti con la politica e il potere”, noi saremmo stati tutti d’accordo. Ma il fatto di raccontare solo la Lega puzza di pregiudizio. E poi significa non capire cosa la Lega abbia rappresentato in questi anni. E’ folle pensare che tutti i voti siano arrivati grazie con dei contatti di questo tipo.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Stappa il tappo

next
Articolo Successivo

L’ora della paura

next