Mario Monicelli
Foto LaPresse

Ancora una volta Mario Monicelli ci ha stupito. Ancora un volta un grande finale a sorpresa e una lezione di vita per tutti noi. Una scudisciata per le insopportabili prefiche dei comitati per la vita, che esaltano le (non) esistenze appese ai tubi e i calvari terapeutici con accanimento d’ufficio. Siamo così sprofondati nel neo conformismo dell’Italia ipocrita e bigotta delle doppie verità, che questo gesto ci stupisce, e non ci appare subito per quello che é, un grande atto di liberazione.

Vivere tutto quello che si può vivere in una vita, vincere tutto quello che si può vincere, riuscite nell’impresa rara di catturare nella celluloide i segreti dell’identità italiana. Monicelli ha fatto tutto questo, regalandoci mille maschere immortali e regalandosi una stagione da ottuagenario iperattivo, la mattina il caffè in piazzetta a Madonna dei monti, i pomeriggi a filmare con la telecamerina, nei mercati e nei cortei. Si può uscire anche così gettandosi da una finestra. Non perché si desideri la morte, ma proprio perchè si ama la vita.

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