Se fosse per i militanti di Generazione Italia il governo sarebbe già finito. Almeno sembra, stando alla lettera che il movimento che fa capo a Futuro e Libertà ha inviato a Silvio Berlusconi e ha pubblicato sul suo sito.
Una replica che giunge il giorno dopo la pubblicazione del messaggio audio di Berlusconi sul sito dei Promotori della Libertà nel quale dava del “traditore” i parlamentari del centrodestra che non sosterranno il governo “con i loro voti sino al completamento della legislatura”. E la lettera pubblicata sa di “déjà vu”, qualcosa di già letto e sentito. Il messaggio dei finiani è infatti molto simile alla lettera con cui la Lega Nord toglieva il suo sostegno al primo governo Berlusconi. In molti passaggi infatti vengono riportare le stesse frasi e gli stessi motivi per i quali il Carroccio sfiduciò il premier (leggi qui il confronto tra le due lettere).

“Generazione Italia considera conclusa negativamente l’esperienza di questo Governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto”. Così comincia la lettera. Tra i motivi c’è la mancata “approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset (Fininvest, nella lettera dei leghisti, ndr)” che avrebbe dovuto favorire “il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente e obiettivamente l’opinione pubblica”, perché “i patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale”.

Ci sono anche le promesse della campagna elettorale che non sono state mantenute, come “il secolare problema meridionale”, tanto caro ai finiani, ma anchela pace sociale, il sostegno alla piccola e media impresa, l’eliminazione della partitocrazia e dello Stato padrone, il “fare dell’Italia un grande paese a ispirazione liberal-democratica”. Invece l’esecutivo Berlusconi “ha inteso la governabilità come fine a sé stessa, il potere per il potere”. E’ stato “un Governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione”.
Generazione Italia rigetta le accuse di tradimento “perché chiediamo una verifica” del “patto preventivo stipulato davanti agli elettori”. Anzi, il traditore è chi “contrappone voglia di potere e minacce di tumulti in piazza”. Ricordando che è il Parlamento che “elegge e fa cadere i governi” i militanti vicino a Gianfranco Fini e Italo Bocchino scrivono: “Onorevole Presidente, lo Stato non è lei! Lei non è l’uomo della provvidenza, tutt’altro!”.

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Il confronto delle lettere dei finiani e dei leghisti

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