Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiesto all’inizio di quest’anno alle ambasciate americane a Roma e Mosca informazioni su eventuali “investimenti personali” dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin che possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi. E’ quanto si legge in un documento riservato anticipato dal sito Wikileaks e pubblicato dal settimanale tedesco Der Spiegel che ha pubblicato, insieme a New York Times, Guardian, Le Monde e El Paìs le anticipazioni di Wikileaks. Il premier italiano e l’omologo russo sono al centro di alcuni dei 3.012 rapporti diplomatici inviati dalle sedi diplomatiche italiane verso gli Usa. Altri riguardano i contatti tra Franco Frattini e il segretario alla difesa Robert Gates (leggi la nostra sintesi).

Il New York Times riporta altre notizie sui rapporti tra Putin e Berlusconi. Parlano dei “regali sontuosi”, dei vantaggiosi contratti energetici e di un “misterioso” intermediario russo-italiano. I diplomatici scrivono che Berlusconi “sembra sempre più il portavoce di Putin” in Europa e che mentre Putin può godere di una supremazia su tutte le figure pubbliche in Russia, Berlusconi è ostacolato da ingestibile burocrazia che spesso ignora i suoi editti.

Una cosa che li accomuna è lo stile autoritario e machista, che permette a Putin di relazionarsi perfettamente con il premier italiano. Questo rapporto provoca negli statunitensi una profonda diffidenza, scrive il quotidiano spagnolo El Paìs. Ma di Berlusconi sia il giornale madrileno sia il settimanale tedesco, nella sua copertina uscita in anticipo, mettono in evidenza “le feste selvagge”. E’ “irresponsabile, vanesio e inefficace, come un leader europeo moderno”, dice Elizabeth Dibble, agente diplomatico americano a Roma di Berlusconi. Un altro rapporto dalla Capitale segnala la debolezza “fisica e polica” di un leader la cui “inclinazione per le feste notturne e frequenti significa che non si riposa abbastanza”. Lo riporta il Guardian.

Queste e altre critiche degli Usa a importanti leader mondiali sono quindi i contenuti dei 260 mila documenti diplomatici resi pubblici dal sito di Julian Assange, un sito a cui molte persone non riescono ad accedere. “Siamo sotto attacco”, dicono i gestori su Twitter.

Nella copertina del settimanale tedesco compare la grossa scritta, ’Enthullt’ (Rivelato), e il sottotitolo: “Come l’America vede il mondo, il rapporto segreto del Dipartimento di Stato americano” e 12 foto di personaggi illustri. Tra questi, solo per citarne alcuni, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, con la didascalia “questo è Hitler”, il colonnello Muammar Gheddafi (“procaci biondine come infermiere”), il presidente afghano Karzai (“spinto dalla paranoia”), il presidente francese Nicolas Sarkozy (’imperatore senza vestiti’) e ultimo in fondo a destra, il premier italiano.

Il giornale Mail on Sunday scrive che il presidente sudafricano accusò il presidente Usa George Bush di essere razzista perché, ai tempi dell’invasione dell’Iraq, ignorò le richieste dell’Onu perche Kofi Annan era di colore. Secondo il Sunday Times invece ci sarebbero rivelazioni esplosive per le relazioni di Usa e Gran Bretagna con opinioni negative date da Washinghton sui governi di Blair, Brown e dello stesso Cameron. Una ’gelata’ si attende anche per i rapporti di Usa e Russia.
Secondo il Kommersant infatti ci sarebbero palesi critiche degli Usa ai leader russi nonché le registrazioni di colloqui tra diplomatici americani e russi. Non dovrebbe invece esserci nulla di compromettente per i rapporti tra Usa e Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha fatto oggi sapere di essere stato contattato dal governo Usa in merito ai file Wikileaks da cui non dovrebbero emergere elementi di polemica.

Il britannico Sunday Telegraph scrive delle preoccupazioni degli Usa per l’intesa tra Eni e Gazprom su Southstream, il mega-gasdotto che collegherà Russia e Ue. La priorità dell’Eni è quella di“recuperare gli investimenti” in Iran, che ammontano a “3 miliardi di dollari, 1,7 dei quali già rientrati”, riferiscono “funzionari Eni” in un incontro con una delegazione della Camera Usa a gennaio 2010 incentrata sulle sanzioni alla Repubblica Islamica pubblicato da Wikileaks. “L’Eni – dicono i funzionari – ha già recuperato il 60%”, ovvero “1,7 miliardi”, e che i restanti “1,4, se tutto andrà come previsto, rientreranno alla fine del 2013 o all’inizio del 2014”. Riguardo alla propria posizione in Iran, il cane a sei zampe ha sempre precisato di voler onorare i vecchi contratti firmati con il Paese nel 2000 e nel 2001, ma di non averne stipulati di nuovi e di non essere intenzionato a farlo.

I giornali che hanno avuto le esclusive

The New York Times
The Guardian
Der Spiegel
Le Monde

El Paìs

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