“Giornalisti cercasi”. Era questo il messaggio che lo scorso settembre dominava la home page del sito Rai.it. L’azienda pubblicizzava così la selezione riservata a tutti i giornalisti professionisti “da utilizzare, per future esigenze, con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, in qualità di redattore ordinario”. Peccato che dal 30 settembre, termine per presentare la domanda di partecipazione, a oggi nessun candidato (in totale erano 1.500) ha fatto alcuna prova, né ricevuto notizie da parte dell’azienda sulla mancata gara. Eppure, le prove, secondo quanto scritto nell’accordo tra sindacato e azienda, dovevano svolgersi il 15 ottobre.

Per capire, bisogna riannodare i fatti, partendo dallo scorso 20 luglio quando l’Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai) diffonde il “verbale di incontro” con l’azienda. Si annuncia una selezione di personale giornalistico per le sedi regionali e province autonome. Il primo settembre sul sito della Rai viene pubblicato il bando. Per partecipare il candidato deve avere meno di 36 anni, essere laureato ed essere iscritto all’albo dei professionisti. I prescelti andranno a lavorare nella redazione “coincidente con la propria regione o provincia autonoma di residenza”. Le regioni ci sono tutte, dalla Valle di Aosta sino alla Sicilia. Meno una: il Lazio. Come si legge nel verbale d’incontro, infatti, “l’azienda nel condividere l’obiettivo di adottare procedure trasparenti comunica al sindacato che il reperimento, non riguarderà la redazione regionale del Lazio. Dove, eventuali esigenze di personale potranno essere soddisfatte mediante il ricorso a tutte le risorse già utilizzate a tempo determinato a Roma”. Tradotto: chi è residente nel Lazio non può partecipare alle selezioni. Almeno per questo giro.

Il segretario Usigrai, Carlo Verna, raggiunto da ilfattoquotidiano.it spiega: “Se l’azienda mi dice che nel Lazio non ci sono posti, io, cosa faccio? Blocco le selezioni di migliaia di precari, per una ventina di giornalisti di Roma? Intanto porto a casa le selezioni per più persone possibili. Poi faccio di tutto per spingere l’azienda ad assumere nel Lazio”.

Nel giro di qualche giorno il problema si allarga fino a coinvolgere tutti i candidati. Il 23 settembre, infatti, le agenzie danno notizia della sospensione del bando di selezione. Causa: un ricorso al Tar da parte di due giovani professionisti. Secondo i ricorrenti: “C’è una violazione degli articoli 3, 4 e 120 della Costituzione. Questi prevedono rispettivamente che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, il riconoscimento a tutti i cittadini del diritto al lavoro, e che non si debba limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale”.

Pochi giorni dopo, il segretatio dell’Usigrai e quello dell’Associazione stampa romana, Paolo Butturini, incontrano il vicedirettore con delega su Relazioni industriali e Organizzazione della Rai, Luigi Meloni, per fare il punto sulla vicenda. Dopo un lungo confronto, Meloni dichiara che l’azienda “prenderà in considerazione, là dove fossero rimasti posti vacanti nelle sedi regionali in seguito alla selezione, di aprire un´altra selezione destinata a tutti quelli rimasti esclusi, compresi i colleghi giornalisti del Lazio”. I sindacati si dichiarano comunque insoddisfatti. Insistono: “La Rai dia vita in tempi certi a un bando riservato ai giornalisti del Lazio”. Il vicedirettore generale non esclude questa possibilità, “ma si riserva di aprire un tavolo una volta chiarita la situazione dei ricorsi pendenti sul bando attuale”.

La situazione dei ricorsi si chiarisce il 21 ottobre. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio: “Respinge la domanda di sospensione dei provvedimenti impugnati”. Perché “non sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare essendo la giurisdizione del giudice adito presupposto perché lo stesso possa esaminare il merito di detta istanza”. In poche parole: il Tar è incompetente. Immediata la reazione di Verna:“Ora basta indugi. La Rai avvii con urgenza le procedure di convocazione dei candidati. Per rispetto ai quasi 1.500 giornalisti iscritti alla selezione e per rispetto alle sedi regionali Rai che hanno cominciato la stagione produttiva con gravi carenze di organico”.

A un mese di distanza nessuno dei candidati ha notizie della selezione. Uno dei 1.500, decide di parlare con ilfattoquotidiano.it. Andrea (nome fittizio), con un aneddoto, ci racconta lo stato delle cose: “In questi giorni ho chiamato la segreteria dell’ Usigrai”. ‘E per l’esame vero?’, rispondono subito al telefono. ‘Non siamo noi che dobbiamo convocarla ma la selezione, presto, si farà’”.

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