In alcuni casi, che chiameremo per comodità il primo caso, sappiamo che la vita accanto a un Narcisista non lascia soluzioni. Solo la fuga vi può salvare individualmente dalle nefaste conseguenze dell’incontrarlo o del viverci insieme. Se nasci in un ambito familiare in cui è presente un Narciso, ci puoi anche drammaticamente morire. Come ben sappiamo, percependo non per sapienza medica o conoscenza terapeutica, ma solo per esercizio al buon senso altrui e alle volte nostro nel leggere e nell’intendere le tante tragedie familiari di cui la cronaca è colma. Il Narciso come produttore di tragedie che sviluppa nella paura di perdere la sua Immagine. Il Narciso in perenne attitudine, dove inutilmente tenta a tutti i costi di esistere nel guardare solo se stesso, mascherando così uno spaventoso disagio che lo porta perennemente sull’orlo di un baratro emotivo, dove non può che eliminare l’altro se si frappone fra il suo Sé e la sua presupposta Immagine, senza la quale – pur non appagandosi – mai pensa di non poter sopravvivere. Ed ecco il movente di immani tragedie, dove la follia si scatena perdendo la memoria di sé stessa un secondo dopo averla praticata. Verità che muta col mutare dell’immagine riflessa di un Io che si considera perennemente vittima di torti irreparabili e nella morte altrui pensa di riuscire a far tacere il proprio dolore e di far sparire tutte le dolorose proiezioni che l’Altro causa nel Narcisista.

Meno studiate, se non per conoscenza terapeutica o individuale, sono le devastanti attitudini del Narciso 2 che, seppur molto attivo nel suo delirio per altri parametri sociali, non riesce a sfogare né a sfogarsi con la furia omicida, rimanendo in bilico sul proprio terrorizzante baratro. Furia omicida che nel Narciso 1 talora risulta un dolorosissimo punto e a capo. Una sorta di rinascita e di ricostruzione di un Sé finalmente e dichiaratamente colpevole, con i pregi e difetti di tutti noi mortali. Se reo confesso, Narciso 1 lo si può vedere liberato dai suoi Demoni e, fin dai primi minuti, capace di parlare con gli altri. Altri che finalmente esistono e nel loro esistere lo possono ascoltare fino alle confessioni più inimmaginabili.

Il Narciso 2, nel non raggiungere alcun visibile estremo, si esercita e si raffina come torturatore psicologico tentando di distruggere qualsiasi personalità che incontra, con qualsiasi mezzo che determini il suo potere. Nel contesto (che lui ritiene di possedere) di un suo territorio familiare sviluppa guerre infinite con mogli, mariti, figlie e figli non guardando in faccia nessuno. Produttore di ansie e angosce, riesce incredibilmente a suscitare negli altri il perenne tentativo di blandirlo con atteggiamenti di sottomissione, che a niente portano se non che all’acquisizione di maggior potere, che verrà successivamente usato per ferire e umiliare ancor di più. La fuga da questi violenti manipolatori e una fortissima presa di distanza obbligatoria è necessaria per il proprio sviluppo emotivo. Spesso è bene farsi seguire terapeuticamente da un professionista che aiuti a rimediare agli sfregi emotivi subiti.

Vi è un terzo caso di narcisismo, quello di successo. O del presupposto stato di successo. Non vi sarà mare di acqua dolce che lo disseterà. Non vi sarà ricchezza che lo placherà, non vi sarà mai un suo agire se, ad esempio, intraprende la carriera del politico, capace di maturare placante esperienza, come capita a chi affronta un qualsiasi lavoro che nel principio auto-formativo dà un senso di soddisfazione e pacatezza che il Narciso 3 non conosce, rimanendo in un perenne  racconto di un Sé inesistente. Un Sé che si vuole auto-convincere del possesso di una sovrumana potenza, senza riuscirci mai. Privo di ogni capacità di ascolto, Narciso 3 farà della sua disabilità emotiva arma potente contro tutti e tutto, anche perché nel suo intimo riconosce al massimo agli altri – se pieni di sussiego – lo stato di fragili sudditi, sempre e comunque manipolabili. Pronto, alla prima critica, a trasformarsi – come nel caso di Narciso1 e Narciso 2 – in un soggetto assolutamente violento, incontenibile. L’unico modo per difendersi da Narciso 3 è non votarlo mai. Né in una riunione condominiale, né a capo di un sindacato, né al vertice di un’azienda, né come direttore di un giornale. Mai e poi mai gli va lasciata la barra del comando. Arriverà sempre il momento che ve la tirerà in capo. Va da sé che metterlo alla guida di un Paese è pura follia autolesionista, di cui noti e stimati professionisti vi potranno spiegare i perché e i percome. Io faccio solo il cuoco, anzi lo chef  “Cosi è (se vi pare)” e a questo proposito vi do una ricetta che a mio giudizio annulla gli effetti del Narciso 2 .

Cercate patate di buona qualità e mantecatele dopo averle bollite, passandole in un contenitore dove aggiungerete burro fuso e abbondantissimo parmigiano per un buonissimo e consolatorio purè che dovrete allungare per giusta liquidità con latte caldo e con un romaiolino di un buon brodo. Se riuscirete a farlo assumere al Narciso 2 per cinque minuti sarà come per magia buono, è lì in quel momento che dovete scappare, divorziare, emigrare, far perdere le vostre tracce.

Auguri a tutti noi.

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