Il ministro della gioventù Giorgio Meloni

Dopo settimane di annunci, alla fine il governo ha deciso di non rinnovare il decreto Pisanu che limita la diffusione delle connessioni wireless. In tanti elogiano il provvedimento, e in molti se ne assumono la paternità.

“Da lungo tempo il mio ministero si batteva per la cancellazione di una normativa senza eguali nel mondo occidentale – ha dichiarato il ministro della gioventù Giorgia Meloni -. Adesso lavoreremo per approvare entro il 31 dicembre nuove norme che possano garantire adeguati standard di sicurezza senza limitare il libero accesso ad internet”.

Per il deputato Pdl Antonio Palmieri c’è il contributo suo e dei suoi colleghi: “Come abbiamo fatto nel corso di questo anno continueremo a dare un contributo per definire un nuovo assetto di regole utili per tutti in modo equilibrato e il confronto in Parlamento darà modo di ascoltare i suggerimenti delle associazioni e di coloro che hanno a cuore lo sviluppo di internet nel nostro paese”.

“E’ questa una vittoria di tutti e, quantomeno per ragioni cronologiche, mi sento oggi il primo vincitore – afferma il parlamentare Pdl Roberto Cassinelli che ringrazia – il Governo per l’ascolto che ha dato alle istanze della rete e del Parlamento che, con esponenti di ogni schieramento, pur in tempi diversi, aveva proposto di modificare il Pisanu”.

Pure i promotori della proposta di legge bipartisan per la liberalizzazione del wi-fi, Paolo Gentiloni, Luca Barbareschi e Linda Lanzillotta, cercano di assumersi la responsabilità del provvedimento. “Alla fine sono state ascoltate le voci che da ogni parte sostenevano la mancanza di risultati del decreto Pisanu nella lotta al il terrorismo e i danni provocati allo sviluppo di Internet senza fili – sottolinea il responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Gentiloni -. Sono convinto che una spinta decisiva per la decisione di oggi sia giunta dalla proposta abrogativa che ho avanzato insieme a parlamentari di diversi gruppi e che comincia il suo iter alla Camera proprio martedì prossimo”. Al suo commento si associa Barbareschi, deputato di Futuro e Libertà per l’Italia: “E’ la vittoria della nostra iniziativa bipartisan, portata avanti con convinzione insieme a Paolo Gentiloni e Linda Lanzillotta e che si è avvalsa della sensibilità del ministro Brunetta, che non ha esitato a sottoporla in Cdm”.

E il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta si reputa tra i primi, insieme al Ministro Giorgia Meloni, ad aver segnalato l’importanza di ripensare la normativa in materia di connessione ad internet tramite wi-fi.

“Questa è una vittoria di chi, come l’Udc, ha sostenuto una battaglia di progresso e di libertà”, afferma Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione giustizia di Montecitorio. “Una battaglia è stata vinta, – ha ribadito – maggioranza e opposizione collaborino per trovare la via parlamentare più breve per l’attuazione di questo impegno: l’Italia non può permettersi di rinviare ulteriormente la piena ed effettiva libertà di accesso alla rete”.

Anche l’Italia dei Valori si annovera tra i padri di questo provvedimento: “La liberalizzazione delle connessioni Wi-Fi potrebbe essere una nostra vittoria, che tanto ci siamo battuti in Parlamento, e di tutto il popolo della Rete – scrive sul suo blog Antonio Di Pietro – Ho presentato un’interpellanza parlamentare e il nostro Capogruppo IdV alla Camera, Massimo Donadi, ha depositato una specifica proposta di legge per abrogare proprio l’articolo 7 di questa norma anacronistica e censoria”. Il leader dell’Italia dei Valori annuncia anche che il partito “non ritirerà né l’interpellanza né la proposta di legge in quanto vuole capire le reali intenzioni del Governo, e cioé se ha davvero la volontà di eliminare una norma antistorica e illiberale”.

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Internet libera anche in Italia? Non proprio

next
Articolo Successivo

Il giornalista urticante

next