Nuovo vertice del Pdl a Palazzo Grazioli nella serata di mercoledì 3 novembre. E’ il secondo incontro – dopo quello della mattinata – dello stato maggiore del partito con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, un incontro finalizzato a ultimare i preparativi per la direzione nazionale del partito di giovedì nel complesso monumentale di Santo Spirito. Nella residenza romana del premier sono arrivati i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, il vicepresidente del Senato Gaetano Quagliariello, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, i ministri Franco Frattini, Altero Matteoli, Michela Brambilla, Mariastella Gelmini, Gianfranco Rotondi, Renato Brunetta, Angelino Alfano, Maurizio Sacconi, Giulio Tremonti e Raffaele Fitto. Attesi ancora i coordinatori del Pdl Denis Verdini e Ignazio La Russa.

Molti di loro hanno partecipato al primo vertice avvenuto nella giornata, dopo il sostegno ribadito dal leader della Lega, Umberto Bossi: “Abbiamo deciso di andare avanti a tutta forza”, ha detto il senatur commentando l’incontro avuto martedì sera con il premier. Negli stessi istanti, però, altri due deputati hanno abbandonato il gruppo guidato da Fabrizio Cicchitto per passare in Futuro e Libertà. Si tratta di Daniele Toto e Roberto Rosso, che aderiscono al gruppo parlamentare del presidente della Camera.

Al termine dell’incontro, nel pomeriggio, gli esponenti azzurri ponevano l’accento sull’unione del partito e la decisione di proseguire con gli intenti. “Abbiamo registrato la massima coesione e deciso un rilancio dell’azione di governo: domani alla direzione nazionale sarà presentato e approvato il calendario delle riforme”, ha detto Denis Verdini lasciando palazzo Grazioli. “Le deliberazioni che oggi il partito ha assunto insieme al governo” ha spiegato il coordinatore del Pdl “verranno portate domani in Direzione” e i finiani “decideranno sulla scorta di ciò che noi decidiamo. Ma tocca a noi indicare il programma di governo”.

Secondo Ignazio La Russa “si sta realizzando ciò che Pinuccio Tatarella più volte diceva: nei momenti difficili e dai fatti negativi si può trarre il buono”, ha dichiarato il ministro dell’Interno. “E in un momento non semplice come questo tra noi c’è una nuova grande coesione: si risponde con i fatti e con l’unità, si superano le difficoltà con la coesione e con i progetti guardando al futuro”.

”Voi credete che noi parliamo di escort? Invece noi parliamo di temi politici: del programma del partito e del Governo, dei punti per i quali il Parlamento ha già votato la fiducia, dell’agenda, delle cose da fare: federalismo fiscale, riforma del fisco, piano per l’Europa nel 2020, pacchetto sicurezza del quale si occuperà il prossimo Consiglio dei ministri”, ha risposto ai giornalisti Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: “Stasera ci vedremo di nuovo per mettere a punto l’intervento di domani in direzione noi parliamo dell’agenda delle cose da fare: temi politici concreti. Poi chi li vuole votare li vota chi no no. Io mi auguro coerenza, ma non c’è nessun coniglio da tirare fuori dal cilindro”.

In questo clima di armonia interna non sono mancate però le polemiche sugli alleati di Futuro e Libertà. Il pretesto è stato la diffusione delle anticipazioni del libro di Bruno Vespa in cui il premier afferma che Gianfranco Fini arebbe dovuto “appagare le ambizioni di chiunque”. Berlusconi sostiene che Fini si è “autoescluso” e che è stata una scissione “preparata da tempo”. Per Italo Bocchino l’espulsione di Fini è un atto chiaro “a tutti gli italiani”: “Contro Fini è stato emanato un editto, che ne ha dichiarato l’incompatibilità con il partito senza contraddittorio e discussione. Per noi, però, è acqua passata, ora c’è un movimento che sta crescendo sul territorio e in Parlamento”.

Sui problemi interni alla maggioranza è intervenuto anche il presidente della Repubblica: “Sulle tensioni prevalga l’unità”, ha detto Giorgio Napolitano, che ha ricordato il Risorgimento. Anche in quella fase storica ci furono “tensioni personali tra i protagonisti del movimento unitario, ma esse furono superate nel nome dell’interesse comune”. “Vorrei – ha aggiunto – che anche nell’Italia di oggi, di fronte a tante tensioni che sono in qualche misura fisiologiche, ma lo sono solo in qualche misura, non esageriamo, prevalesse sempre il senso dell’unità che abbiamo conquistato”.

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