Tutti i quotidiani si concentrano sulla notte tra il 27 e il 28 maggio, e sulla telefonata di Palazzo Chigi alla questura di Milano

Corriere della Sera – Il quotidiano di via Solferino riporta i vorgolettati della telefonata in cui Berlusconi chiama in questura per “aiutare” Ruby. A muoversi per la sua liberazione immediata è prima di tutto il capo scorta di Berlusconi. Parla con Pietro Ostuni, capo di gabinetto: ” So che da voi c’è una ragazza che è stata fermata. E’ una persona che conosciamo e dunque volevamo sapere che cosa sta succedendo”. Ostuni è dubbioso. Il caposcorta gli passa direttamente Berlusconi: “Dottore – spiega il presidente del consiglio all’incredulo funzionario – volevo confermare che conosciamo questa ragazza, ma soprattutto spiegarle che ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak e quindi sarebbe opportuno eviatre che sia trasferita in una struttura di accoglienza”. Berlusconi insiste: “Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri”. Il capo di gabinetto si attiva per esaudire le richieste del premier. Solo Vincenzo Indolfi, il questore, viene informato che è stato Berlusconi in persona a interessarsi della ragazza: Ruby ha qualcuno di “importante che l’aiuta. Poco prima della mezzanotte in via Fatebenefratelli arriva Nicole Minetti, come preannunciato da Berlusconi. Alle 2, otto ore dopo il fermo, Ruby viene rilasciata. Minetti firma un documento con cui si impegna a prendere in affidamento la ragazza marocchina, impegno che però non mantiene. Ruby infatti torna nella casa che condivide con una sua amica brasiliana. Il 5 giugno, una settimana dopo il fermo, le due ragazze litigano e deve intervenire la polizia. Ruby finisce in ospedale dove rimane qualche giorno. Una volta dimessa, viene trasferita in Questura perché minore. Gli agenti contattano Nicole Minetti che risulta l’affidataria, ma per due volte la donna non risponde al telefono. A questo punto Ruby viene trasferita in una casa-famiglia a Genova come deciso dal magistrato del tribunale dei minori.

Secondo il quotidiano di via Solferino non fu l’indagine per favoreggiamento della prostituzione in cui risultano indagati , ma una relazione di servizio di alcuni poliziotti ad aprire il caso. Anche se in ritardo rispetto a quella notte, gli agenti misero per iscritto al pm di turno la singolarità delle “direttive superiori” che avevano fatto affidare la minorenne a una privata cittadina (Nicole Minetti), comparsa a mezzanotte in Questura in veste di “consigliera regionale del Pdl e delegata per la presidenza del consiglio”.

La Repubblica – Il quotidiano diretto da Ezio Mauro mette in evidenza le contraddizioni che emergono dai racconti delle protagoniste di quella notte in questura il 27 maggio. Quale fu il ruolo effettivo di Nicole Minetti? L’ex show-girl di Colorado Café racconta di conoscere Ruby “come conosco tante persone transitate nel mondo dello spettacolo”, ma ci tiene a precisare di non averla mai ospitata casa sua. Tuttavia firma un documento in Questura a garanzia del suo ruolo di affidataria della minorenne marocchina. Non chiara risulta infine la procedura attraverso cui la polizia rilascia Ruby. “E’ la nipote del presidente egiziano” viene riferito agli agenti, ma questa notizia non arriverà mai alla procura dei minori.

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