Il sostituto procuratore generale, Piero De Petris, ha chiesto 12 anni di reclusione per l’ex direttore del Sismi (oggi Aise) Niccolò Pollari e 10 anni per l’ex numero 2 del servizio segreto Marco Mancini nel processo milanese d’appello sul sequestro dell’imam egiziano Abu Omar. L’accusa ha chiesto 12 anni anche per Jeff Castelli, ex responsabile dell’ufficio della statunitense Cia a Roma e 10 anni per Robert Seldon Lady, ex capo della Cia a Milano, la richiesta è stata di 10 anni. Otto anni di carcere sono stati chiesti invece per gli altri imputati statunitensi.  

La vicenda riguarda il rapimento di Abu Omar nell’ambito delle cosidette operazioni di “rendition”, ossia il trasferimento dell’imam in Egitto, dove il religioso ha raccontato di essere stato torturato nel corso degli interrogatori e detenuto per anni senza che gli venissero formalizzate accuse. All’epoca del rapimento, Abu Omar era imputato a Milano per terrorismo internazionale.

Nei giorni scorsi Pollari aveva chiesto di interpellare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per avere una conferma dell’esistenza del segreto di Stato su atti che, a suo dire, ne dimostrerebbero l’innocenza.

Pollari aveva ribadito la sua “assoluta estraneità ai fatti”, aggiungendo di non poter “esercitare il diritto di difesa a causa della presenza del segreto di Stato”. L’ex numero uno del Sismi aveva spiegato che 88 documenti dimostrerebbero la sua innocenza, ma che il loro contenuto è coperto da segreto di Stato. L’ex capo del Sismi ha anche precisato di aver avuto ordine di rispettare il vincolo del segreto dai presidenti del Consiglio che si sono succeduti in questi anni. Al termine del processo di primo grado nel novembre 2009, il giudice di primo grado Oscar Magi aveva dichiarato il non luogo a procedere, proprio a causa del segreto di Stato, per Pollari e per Mancini, mentre aveva condannato gli ex agenti Pio Pompa e Luciano Seno a tre anni di reclusione per favoreggiamento, Seldon Lady a otto anni per sequestro di persona e altri 22 ex agenti Cia a cinque anni, sempre per sequestro di persona.

“La richiesta di condanna a 12 anni di reclusione per il generale Pollari non tiene conto delle risultanze processuali” ha dichiarato Nicola Madia, difensore dell’ex direttore del Sismi. “Inoltre il pg non riconosce che Pollari ha indicato 88 documenti dove c’è la prova della sua innocenza e che sono coperti da segreto di Stato” ha  concluso il legale.

“Il sequestro di Abu Omar, come tutte le’extraordinary rendition’, ha ferito in modo grave la coscienza della comunità internazionale”, ha affermato De Petris, al termine della sua lunga requisitoria. “Se l’intera comunità internazionale ha stigmatizzato questi reati -ha sottolineato il magistrato – è evidente che ogni singola sparizione forzata è di eccezionale gravità perché affonda lo stato di diritto”.

Articolo Precedente

“Mazzette e turbativa d’asta”. A giudizio
a Modena un fedelissimo di Giovanardi

next
Articolo Successivo

La “nipote di Mubarak”, vogliamo chiarezza

next