Dopo la notizia anticipata martedì da Il Fatto quotidiano, anche altri giornali si so occupati della vicenda, ancora tutta da accertare, di Ruby, la minorenne che ha raccontato alla Procura di Milano di incontri ad Arcore con Silvio Berlusconi. I nuovi particolari riguardano la storia della ragazza, il suo legame con Lele Mora (che l’avrebbe portata a partecipare agli incontri a Villa San Martino), ma anche dettagli sull’indagine (la presenza di intercettazioni e informative) e sulle prime azioni di Berlusconi e dei suoi difensori. Secondo il Corriere della Sera, la ragazza non avrebbe citato solo Berlusconi ma molti altri politici.

Sempre sul quotidiano di via Solferino, Giuseppe Guastella racconta che “la marocchina dimostrerebbe più anni di quelli che ha. Vestita in modo lussuoso, indossa abitualmente gioielli la cui importanza contrasta con la giovane età”. E ancora: “La sua storia comincia da una fuga dalla Sicilia, dove viveva con i genitori”. Arrivata a Milano scrive ancora il Corsera, citando persone che hanno avuto modo di incontrarla “sarebbe entrata nel giro delle feste notturne e dei party per finire anche nell’ambiente della televisione, con partecipazioni poco vestite e molto provocanti a una trasmissione tv di seconda serata alle quali avrebbe avuto accesso grazie a una liberatoria a firma della madre”.

Per Paolo Colonnello de La Stampa “la giovane testimone, una ‘ragazza immagine’ faceva serate in discoteca sperando di farsi notare per tentare il salto nel mondo della moda o della televisione. Finché non sarebbe riuscita ad entrare nel giro che, attraverso Lele Mora, poteva avere accesso ad Arcore. E qui avrebbe incontrato anche Silvio Berlusconi con il quale avrebbe raccontato di avere avuto rapporti consenzienti”.

Dopo il suo arrivo a Milano, le cose prendono un’altra piega. Tutto ha inizio da un litigio con la coinquilina: “A maggio, ci sarebbe stata una lite tra Ruby e una brasiliana con la quale divideva un appartamento in città, tanto violenta da costringere la polizia ad intervenire. La minorenne viene segnalata ai servizi sociali e affidata a una comunità protetta, ai cui operatori confida le sue avventure notturne e l’incontro con Berlusconi (…)”. Guastella spiega anche il proseguo della vita di Ruby: “Nella casa-famiglia Ruby non resta a lungo, perché presto riesce a far perdere le proprie tracce. La ritrovano qualche tempo dopo e, stavolta, la mandano in comunità a Genova dove viene interrogata dagli inquirenti ai quali racconta di aver ricevuto denaro in regalo. Fugge una seconda volta, per essere ritrovata di nuovo dalla Polizia durante un controllo in estate”.

Gianluigi Nuzzi su Libero scrive che Ruby R. (questo il nome d’arte per il quotidiano di Belpietro) era coinvolta in qualcosa di più violento di una semplice lite: “Tutto è iniziato in modo apparentemente casuale ovvero per una rissa in una casa a Milano con Ruby tra i protagonisti. Lei finisce al commissariato di zona, i suoi documenti non sono perfetti. Presa dal panico, per difendersi, indica Silvio tra i suoi amici. ‘Conosce il presidente?’. ‘Certo come no…’. E via congetture a cascata”. Le irregolarità dei documenti sono alla fonte della vicenda per Luca Fazzo de il Giornale: “Secondo indiscrezioni attendibili, tutto nasce (almeno in apparenza) per caso: la giovane araba viene fermata per un controllo e risulta priva del permesso di soggiorno. A quel punto, gioca il tutto per tutto: ‘Guardate che conosco Berlusconi’”.

Sulla Stampa si legge che nell’inchiesta “dovrebbero esserci delle intercettazioni”, mentre da quanto apprende Libero, esiste “un’informativa sull’intera vicenda” che “dovrebbe arrivare a breve al procuratore aggiunto Pietro Forno”. Intanto però Berlusconi “ieri si sarebbe incontrato per discuterne con il suo avvocato Niccolò Ghedini”, sostiene Colonnello sul quotidiano torinese.

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