“Povero Eliot” mi è venuto da pensare questa mattina, mentre in metropolitana leggevo dell’ultima “battuta di arresto” che ha visto protagonista, lungo la difficile strada della riabilitazione, Eliot Spitzer, ex governatore democratico dello stato di New York, dimessosi dal suo incarico nel 2008. Come accaduto ad altri venerabili politici, infatti, anche il brillante governatore si era fatto cogliere con le “mani nella marmellata” mentre retribuiva le prestazioni di gentili signorine esperte nel tenere alto il morale delle truppe ad Albany, a Washington e ovunque ci sia da contribuire al benessere del paese. Spitzer, in una memorabile conferenza stampa (soprattutto per la dignità manifestata dalla moglie al suo fianco), chiese scusa alla patria e si ritirò, con il capo coperto di cenere, a vita privata.

Dopo due anni, il suo nome è ripreso a circolare grazie allo show della Cnn “Parker Spitzer” in cui l’ex governatore, in coppia con l’editorialista Kathleen Parker, discorre di politica e di economia, facendo (forse) rimpiangere ad alcuni il suo obbligato “adieu”.

Eliot, dunque, aveva ufficialmente iniziato la sua riabilitazione agli occhi dei suoi connazionali, molto severi (si sa) in faccende di sesso (e bugie), sperando di allontanare sempre di più l’ombra dell’orrenda macchia che lo aveva fatto sprofondare nel buio della pubblica vergogna.

Sorridente, l’ex governatore aveva iniziato persino a dare consigli al presidente Obama, non certo sulla sua impeccabile vita familiare ma su quell’economia che sta facendo vedere i sorci verdi a milioni di americani.

Tutto ciò fino a ieri, quando nella cassetta della posta, il povero Eliot si è trovato una lettera del prestigioso (ed esclusivo) Harvard Club di New York, in cui gli si spiegava, senza tanti fronzoli, che erano venuti a mancare i requisiti per essere un membro del centro. Ragione? Ovviamente l’infame macchia del sesso a pagamento. Una faccenda che il club si è riservato di non commentare ma che ha molto amareggiato l’ex studente di Harvard le cui “donazioni” non sono andate, per onestà, sempre e solo alle squillo che gli capitava di frequentare, ma anche (e in maniera più cospicua) alla sua scuola che oggi lo rifiuta fra i suoi “figli prediletti”.

Insomma, come dicevo, complice anche l’orario mattutino che mi vede, per debolezza, più incline al perdono, la mia prima reazione è stata “ma povero Eliot”. Per quello mi è venuta anche l’idea di lanciare un appello al “partito dell’amore” italiano affinché venga data una tessera onoraria per qualche “privé “ all’ex governatore che, secondo la tradizione italica più recente, si è guadagnato “sul campo” eterna gloria e indiscusso merito.

Strani questi americani che si indignano per qualche “lavoratrice ad ore” (che poi, al di là di cinque minuti di gloria televisiva, non riceve nemmeno un piccolissimo incarico politico) o per qualche regaluccio da nulla, come quei biglietti per la partita di baseball che l’attuale governatore Paterson ha accettato senza pagare e per i quali è addirittura indagato.

Un paese davvero ridicolo.

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