Ed ora rilanciamo la legge sulla intercettazioni”, il Berlusconi furioso, confortato dagli sbandamenti finiani, ha deciso di rilanciare la legge bavaglio. Nessuna meraviglia: tra una oscillazione e l’altra, prima o poi riemerge, sempre e comunque il vecchio caimano, il maniaco compulsivo che torna sempre sul luogo del delitto. Berlusconi avrà ed ha mille difetti, ma non potrà mai essere accusato di moderatismo, lui vuole comunque tutto e subito, per parafrasare un celebre slogan di qualche decennio fa. Del resto c’è uno strettissimo legame tra le azioni e i proclami di questi giorni.

L’assoluzione di Lunardi, il preannuncio del lodo Alfano, il tentativo di imbavagliare Santoro, la Gabanelli, Saviano, sono altrettanti anelli di una strategia d’assalto che si propone di illuminare sé stesso, di mettersi in sicurezza e, contestualmente, di oscurare e di ridurre al silenzio i suoi oppositori.

Ottenuto il via libera sul lodo Alfano, ha subito rilanciato sulla legge sulle intercettazioni, quella che vuole paralizzare i giudici e ridurre ulteriormente il libero esercizio del diritto di cronaca, arrivando persino a ipotizzare norme capestro per imbrigliare la rete.

Tali minacce arrivano dopo che i giornali di famiglia hanno svuotato tutti i cestini della spazzatura per confezionare dossier mentre ora si vorrebbe impedire ai cronisti onesti e volenterosi di utilizzare le intercettazioni accessibili depositate nei tribunali.

Questa successione di annunci e di minacce punta a rilanciare il tentativo di realizzare una repubblica presidenziale a telecomando unificato, fondata sulla unificazione dei poteri e sulla mortificazione dei controlli istituzionali, politici, giudiziari, sociali.

In primo luogo il guanto di sfida è lanciato a Fini, quanto riuscirà a resistere a questa offensiva?

Dove ha posto l’asticella da non oltrepassare? Stiamo assistendo ad una sorta di ritirata tattica che prelude allo scontro finale prossimo venturo o dovremmo cominciare a rassegnarci all’idea che la guerra dei dossier ha sortito l’effetto auspicato da Berlusconi? Probabilmente no, probabilmente si tratta di aspettare solo qualche giorno e poi assisteremo alla deflagrazione del governo e della maggioranza. Per capire gli umori di non pochi degli elettori finiani, specie dei più giovani, sarà il caso di dare una occhiata alle voci che si stanno esprimendo in rete e sul sito di Farefuturo.

Se Fini dovesse piegare la testa a questa nuova furia estremistica, non avrebbe né futuro, né la libertà di potersi candidare a guidare una destra europea, in pratica si sarebbe suicidato. Per il momento, dunque, sarà meglio sospendere il giudizio, ma allo stesso tempo sarà opportuno non delegare a Fini, né ad altri, la difesa della Costituzione e delle nostre libertà individuali e collettive.

Se e quando Berlusconi porterà nelle aule il lodo Alfano, la distruzione dei tribunali e della legge, e il bavaglio per tutti sarà il caso di unire tutte le opposizioni, di usare tutte le forme di ostruzionismo possibile, di rivendicare per i cronisti il diritto alla obiezione di coscienza contro qualsiasi forma di manette.

Questo è uno di quei momenti nei quali a nessuno può essere consentita la diserzione, l’omissione, la colpevole distrazione: non sono in gioco i destini individuali, ma la Costituzione medesima, prima mettiamola al sicuro, poi potremo tornare persino a litigare serenamente tra noi….

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