Nessun attacco alla libertà di stampa da parte della procura di Milano. Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati sostiene in una nota che le indagini che hanno portato all’arresto del finanziere Fabio Diani per accesso abusivo a sistema informatico “sono state e sono condotte con scrupolosa attenzione, nell’uso dei mezzi investigativi, al rispetto della libertà di informazione”. Ecco il motivo per cui la procura non ha fatto perquisire la redazione di Panorama, il settimanale per cui scrive Giacomo Amadori, giornalista indagato che, stando alla ricostruzione della procura, avrebbe usufruito delle informazioni illecitamente raccolte dal finanziere.

“Non abbiamo perquisito la sede di ‘Panorama’ – spiega Bruti Liberati – proprio per rispetto della libertà di stampa, e, per lo stesso motivo, non abbiamo acquisito agli atti della indagine i tabulati telefonici del giornalista”.

Inoltre, il procuratore capo ha espresso “un particolare apprezzamento per gli accertamenti tempestivamente e rigorosamente svolti dalla Guardia di Finanza”, spiegando che è stato il comandante provinciale delle Fiamme gialle di Pavia ad accorgersi, nel febbraio di quest’anno, del “numero spropositato di accessi alle banche dati da parte di una sola persona”.

Intanto giovedì il finanziere, che è agli arresti domiciliari, sarà interrogato dal gip di Milano Roberta Nunnari, mentre il pm Elio Ramondini e il procuratore aggiunto Alberto Nobili stanno cercando di verificare se il militare abbia ricevuto dei corrispettivi per fornire le notizie. Per il momento, tuttavia, dall’esame dei conti correnti bancari non ci sarebbero tracce di pagamenti in denaro.

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