Ne abbiamo sentite tante questa settimana (e la scorsa).

Da Tiziano Ferro che dichiara finalmente di essere gay a Fabrizio Corona che smentisce di aver avuto una storia con Lele Mora, fino all’acceso dibattito al Senato americano sulla politica (Don’t Ask Don’t Tell) in vigore nelle forze armate del Paese più potente del pianeta, che vieta a gay e lesbiche di dichiararsi, altrimenti è congedo forzato senz’onore.

Ebbene, parrà strano ma le tre cose sono profondamente legate.

Iniziamo con un minimo di abicì.

Si è parlato tanto di outing e di coming out, ma probabilmente anche tra i giornalisti su questo c’è molta confusione.

Outing si ha quando qualcuno dichiara l’omosessualità di qualcun altro. Se dico, che ne so, “Renato Zero è gay!” (cosa che, per evitare querele che tanto vanno di moda oggi, mi affretto a smentire, visto che il diretto interessato sarebbe in disaccordo: e sono pure fatti suoi!), è outing. Se dico: “io sono gay”, faccio coming out.

Bisogna distinguere bene le due cose, perché mentre il coming out è un atto di pura volontà, di liberazione, di apertura del cosiddetto “closet” (l’armadio, lo sgabuzzino) nel quale ogni gay e ogni lesbica vivono parte della loro vita, l’outing è espressione, in parte, di quella ricerca spasmodica del gossip, dello scandalo, del dettaglio pruriginoso che costringe poi a smentite più o meno imbarazzanti. Come se ci fosse qualcosa di male (o anche di significativo) a dichiarare pubblicamente il proprio orientamento sessuale.

Ovviamente, mentre Tiziano Ferro ha fatto coming out, quello di Corona sarebbe un outing. Che infatti rispecchia esattamente quanto spiegavo poc’anzi: Corona si è affrettato a smentire, forse più preoccupato di dover spiegare quei due milioni di euro datigli in regalo da Lele Mora, o forse per non imbarazzare la povera Belen, in preda ad una travolgente passione per lo yoga (e come non invidiarla, dopo tutto questo!) nelle note pubblicità con De Sica.

E Bill Clinton? Escluso che abbia avuto anche lui una storia con Lele Mora, perché Hillary questa volta non gliela perdonerebbe, Clinton in tutto questo resta sullo sfondo. L’ideatore della malefica regola americana del Don’t Ask Don’t Tell, quello che l’ha salutata come una vittoria per la conservazione della morale dell’esercito e dopo pochi anni l’ha bocciata come del tutto fallimentare, Clinton è simbolo dell’ipocrisia del nostro tempo: quella che vorrebbe proteggere tutti segregandone alcuni. L’ipocrisia che ci dice di stare in disparte, in silenzio, di vivere le nostre vite nelle mura domestiche senza far rumore, senza sgomitare, senza pretendere. Guai a chi fa effusioni in pubblico. Guai a chi tiene la mano del proprio compagno o della propria compagna per strada.

E dopo Clinton mettiamoci pure Mara Maionchi. “I fans di Tiziano non diminuiranno” dopo il suo coming out, dice la Maionchi. Ma chissenefrega. Tiziano Ferro ha dei fans perché fa parte del suo lavoro, fa il cantante e canta bene. E’ da ipocriti scandalizzarci o commentare un coming out: tutto ciò che chiede chi ci parla francamente è un abbraccio o un sorriso, non un giudizio.

E non serve un corso di yoga per capirlo.

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