Il ministero dell’Istruzione e il ministero della Difesa lavorano insieme per formare gruppi di giovani cittadini, futuri elettori: la formazione, tra l’altro, riguarda la capacità di organizzarsi in pattuglie di tipo militare, di orientarsi in luoghi sconosciuti, di sapersi comportare in caso di guerra batteriologica e nucleare, di riuscire a sopravvivere in un ambiente ostile, di saper usare un’arma da fuoco. Ne ha parlato Famiglia Cristiana qualche settimana fa e la faccenda ha suscitato molte discussioni

In tanti si sono indignati, altri sono favorevoli. Una persona che conosco, non so se per fare una battuta, ha commentato dicendo: “Finchè gli zingari continuano a entrarti in casa a rubare …”. Gli zingari.

Mi torna in mente una riflessione che ho letto di recente, dal blog di Metilparaben. Eccola: “Sarei curioso di sapere quanti sono, in mezzo alle centinaia di migliaia di italiani che evadono il fisco, che impiegano personale in nero, che incassano pensioni alle quali non avrebbero diritto, che ottengono sconti sui servizi pubblici perché risultano artificiosamente nullatenenti, che affittano appartamenti senza contratto, quelli che ce l’hanno a morte con i rom perché tanto rubano tutti.”

Suggerisco un corso di formazione per giovani cittadini per imparare a difendersi dai ladri non zingari: corsi di orientamento tra gli scaffali e tecniche di fuga dai centri commerciali; seminari per imparare a chiedere sempre scontrino, ricevuta fiscale e fattura; stage di valutazione della sicurezza sul lavoro nei cantieri edili; tirocini in aziende con elevata mano d’opera sottopagata e senza libretti. E per finire viaggio premio di una settimana in un paradiso fiscale a scelta.

Già, i paradisi fiscali, paesi che basano il proprio PIL sulla processione di redditi e capitali da altri paesi in cui verrebbero parzialmente utilizzati (con le tasse) per cose come costruire ospedali, far viaggiare gli autobus, assumere insegnanti di sostegno, pulire le strade, pagare lo stipendio ai poliziotti, ai magistrati, agli infermieri, eccetera.

Paesi che basano la propria ricchezza sull’assenza di una costrizione: pagare le tasse. Una ricchezza basata su un’assenza, su una mancanza.

E da noi? A questo punto vediamo se ci manca qualcosa di significativo in modo da farci su un po’ di soldi e far crescere il PIL. Come dite? La legalità? Veramente? Pensate davvero che molti in Italia si sentano liberi da obblighi, costrizioni, imposizioni? Che si sentano liberi di dire e fare qualsiasi cosa e il suo contrario tanto nessuno se ne accorge, al massimo ci si indigna cinque minuti ma poi passa? Ma allora perché non eleggiamo questa storia a sistema? Perché non lo facciamo davvero diventare il paese delle libertà? Facciamo un balzo in avanti e sorpassiamo a destra tutti i paradisi fiscali, diventiamo ufficialmente il primo paese senza leggi da rispettare, anziché un tax haven, diventiamo un law haven.

Come dite? Lo siamo già? E il PIL? Niente.

Ah, e poi, se diventiamo law-free, come la mettiamo con gli zingari …

Articolo Precedente

L’Europa? In fondo a destra

next
Articolo Successivo

Uccidere 20 talebani costa un miliardo di dollari. 1700 miliardi per colpirli tutti

next