Non solo Italia. La questione afghana coinvolge anche la Gran Bretagna. La cooperante britannica Linda Norgrove, rapita il 26 settembre scorso nella provincia di Kunar, doveva essere liberata dalle forze americane e afghane, ma il tentativo è andato male e i sequestratori l’hanno uccisa. Lo rende noto oggi il ministero degli Esteri britannico con un comunicato. La donna era stata sequestrata mentre viaggiava a bordo di un convoglio. Con lei erano stati portati via anche due colleghi afghani.

“Lavorando con i nostri alleati, abbiamo ricevuto informazioni su dove Linda era tenuta e abbiamo deciso che, visto il pericolo che stava correndo, la migliore possibilità di liberarla in modo sicuro fosse agire in base a quelle informazioni”, prosegue il testo diffuso dal ministero degli Esteri britannico, che sottolinea come “la responsabilità di questo esito tragico pesa esclusivamente sui rapitori. Dal momento che l’hanno sequestrata, la sua vita era sotto grave minaccia” e per questo “abbiamo giudicato che la migliore opportunità per Linda era il tentativo di salvarla”. “La presa di ostaggi non è mai giustificata e la Gran Bretagna non fa concessioni ai sequestratori. Ma quando cittadini britannici vengono rapiti, noi e i nostri alleati facciamo tutto quanto è in nostro potere per liberarli”, ha aggiunto.

Le polemiche però montano. Secondo il capo della polizia del distretto di Sawkai, Maqsood Padshah, la donna sarebbe morta durante un attacco aereo Usa contro il villaggio di Dineshgal, nel distretto di Norgal. “In base alle nostre informazioni di intelligence, la donna britannica è stata uccisa in un raid aereo americano”, ha detto Padshah.

Linda Norgrove era nata a Sutherland nel 1974. Aveva studiato all’Università di Aberdeen per poi passare un periodo di studi in Messico. Si era specializzata sullo sviluppo delle aree rurali conducendo ricerche in Uganda. Poi è entrata a far parte delle Nazioni Unite, lavorando inizialmente Laos. Nel febbraio scorso è arrivata in Afghanistan, come direttrice regionale di un progetto finanziato da Usaid. Per questo lavoro era l’unica straniera in un gruppo di 200 afghani.

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