“Io credo che possano essere costruiti in Puglia tre impianti privati di termovalorizzazione, dove bruciare cdr di qualità e i nostri rifiuti. Possiamo modificare i forni delle cementerie o delle centrali Enel”.
(10 marzo 2010, Nichi Vendola – BariLive)

Queste sciamaniche parole risuonano ancora nei timpani dei Pugliesi come tamburi martellanti e didgeridoo impazziti. Giungono due anni dopo un’agghiacciante apologia degli inceneritori, recitata pomposamente dal governatore della Puglia, ormai sempre più immerso nella campagna propagandistica di guru nazionale della sinistra. Era il 2008 e il presidente del tacco italico esaltò il moderno ciclo di rifiuti appulo con questo suggestivo carme: “Abbiamo, nella parte privata, tra termovalorizzatori autorizzati e termovalorizzatori in via di autorizzazione, un numero complessivo di cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro“.

Insomma, una grandeur monnezzara in salsa appula, che si avvaleva del contributo di cantieri e inceneritori griffati Marcegaglia. E infatti tanta e tale fu la gratitudine di Emma che pubblicamente dichiarò sul presidente pugliese: “Vendola è il miglior governatore del Mezzogiorno, la Puglia è una Regione ben gestita, ma Vendola purtroppo non è tutti i governatori del Sud“.

Parole commoventi “cum laude” furono proferite anche da Don Verzè, il socio spretato di Berlusconi: “Vengo in Puglia per trovare un amico, Vendola. Nichi, fossero come te tutti i politici. Non dovrei parlare di politica, ma ve lo confesso: Silvio Berlusconi è entusiasta di Vendola“.

Molto casualmente la Regione Puglia, a dispetto dello stato disastroso della sanità locale, ha appena rimpinguato le tasche di Don Verzè di ben 60 milioni di euro (prima tranche di dindini pubblici, che complessivamente ammontano a 120 milioni di euro) per la costruzione del mega-ospedale “San Raffaele del Mediterraneo”, nuovo polo privato che sarà realizzato a Taranto dalla fondazione San Raffaele di Luigi Verzé.

Su questa inquietante vicenda esistono tomi di inchieste curate dal giornalista Gianni Lannes, tuttora sotto scorta perchè vittima di svariati attentati di stampo mafioso, e dai suoi collaboratori del quotidiano on line “Italia terra nostra“. Gli stessi che recentemente hanno posto a Vendola venticinque domande, di cui una, relativa alle scorie sanitarie radioattive prodotte dall’ospedale San Raffaele di Milano e trasferiti nella provincia di Taranto, disinvoltamente elusa del leader della Sel, a suo dire, disinformato anche sul fatto che Don Verzè fosse socio del cavaliere di Arcore.

Ma la campagna autopromozionale ferve ed incombe. Così Nichi, come un maestro sufi illuminato da luce radente, ritorna a bomba nei circuiti mediatici, e stavolta negli studi della trasmissione “In onda”, condotta da Luca Telese e Luisella Costamagna.

Qui, al solito, effonde le sue perle di lugubre e trepido lirismo in risposta alle domande dei due giornalisti: dal bislacco ambientalismo (digressione doverosa: il movimento 5 Stelle contesta a Vendola non l’eolico, ma la fregola degli impianti di incenerimento dei rifiuti) alla sanità, tintasi beffardamente di un bel rosso vermiglio grazie alla politica capestro locale e sulla quale, alla domanda puntuale di Telese, il politico-filosofo sguscia come un’anguilla.  Fino allo spiritello luciferino che rende insonni e tumultuose le notti del centro-sinistra: il demone Beppe Grillo.

Quest’ultimo è dipinto dalla sapiente e forbita lingua dell’aulico Nichi come un ibrido tra il mago di Oz e il crudele Leatherface: un latore di “contumelie“, di “semplificazioni urlate” e di “abracadabra“. E, giusto per avallare la balorda tesi postuma alla vittoria di Cota in Piemonte, ahinoi in auge in tante parrocchie piddine, secondo Nichi “la destra ha vinto anche perchè ha stimolato un certo plebeismo culturale, una sorta di primitivismo“.

E’ necessario, insomma, “ingentilire il linguaggio e irrobustire il pensiero“, perchè la politica di Grillo, “fatta con il linguaggio di Savonarola, con l’indice puntato, il “j’accuse”, non presuppone la possibilità del dialogo, ma c’è un monologo che talvolta è virulento, che coglie dappertutto elementi di complotto e di congiura“.

Ma a proposito di monologhi privi di contraddittorio e di letali virulenze, mi permetto di linkare un dovizioso flashback, incentrato sulla surreale situazione di Modugno, cittadina a un pugno di chilometri da Bari. Una località che rappresenta, a tutti gli effetti, tra molossi industriali e una centrale turbogas da 800 mgW (marchiata De Benedetti), “la punta di diamante” dell’inquinamento ambientale barese e un focolaio generoso di tumori e di leucemie. Tutta la tragica storia delle scorie vendoliane è qui. Storia sulla quale Nichi e il parterre politico pugliese continua nello stile delle tre scimmiette a tapparsi occhi, orecchie e bocca, senza fornire un brandello di risposta o disertando inviti a confronti pubblici. Come ormai avviene da quattro lunghi anni.

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