Q come Quando verrete.

Quando verrete a Firenze niente di meglio che un panino con il lampredotto.

Cucino spesso e volentieri vicino ad un altro luogo dove padre e figlio fanno mestiere antico, il trippaio. Mestiere che ne ha viste di tutti i colori, nei secoli. Perenne primizia nelle vie cittadine di chi per pochi denari adora il quinto-quarto. Emblema il lampredotto della miseria, che in altri tempi si è letteralmente inventata una infinità di fantastici cibi.

I trippai fiorentini, superata una crisi negli anni 80’/90′ dove temevamo lo loro estinzione, hanno visto nuove generazioni affacciarsi in questo nobile duro lavoro che ha dovuto anche superare recenti applicazioni di rigide interpretazioni di fantasiose normative europee. La crisi degli ultimi anni ha dato nuovo impulso a queste attività che per pochi euro serve croccante, umido e saporitissimo cibo. Le loro pentole sobbollenti di buon brodo con tutti gli odori necessari e il lampredotto, dopo aver subito una prima cottura dalla storica Cooperativa dei Trippai in altro luogo, viene ribollito in attesa di essere tagliuzzato e salato e pepato pronto così per la farcitura. Luogo il banchino di complessa e democratica frequentazione: avvocati e muratori, ricche signore e golosissimi filippini, artigiani fiorentini e tecnici albanesi che fra un elettrodomestico rotto, loro vari mestieri e altro si fermano per scatenanti collettive acquoline in bocca. Provar per credere nell’informandovi da chiunque in città per ottenere oltre l’indicazione un sguardo sorridente che da queste parti vale più di un passaporto.

R come Ri-conquistare il tempo per fare merenda.

Può essere per ciascuno un tempo dedicato a esercizio di riflessione: sul che farsi e sul che fare se condivisa con altri. Facili ed entusiasmanti gli ovvi e buonissimi classici. Pane burro sale e/o zucchero pane e olio e le sue mille varianti, con o senza pomodoro struscicato ecc ecc… Oggi vi voglio suggerire un azzardato accostamento dai grandi risultati: pane abbrustolito con piccola dose di burro spalmata e filetti di acciughe sotto sale ben dissalate con una tazza di un buon tè, meglio per mio personale gusto se affumicato, sporcato se vi va a sua volta da una nuvola di latte freddo. Sappiate che gioco-forza vi appariranno un serie di effetti collaterali: voglia di aringhe rinvenute giustappunto nel latte o ad esempio di rileggere Asterix in Bretagna. Lasciatevi trasportare dai ricordi o dalle aspirazioni. Una stato di allegria vi permarrà duraturo e convinto!

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