Parlare di destra e di sinistra, oggi, non ha più senso… Destra e sinistra sono concetti superati, fanno parte del Novecento, sono schematismi anacronistici… Così si sente ripetere sempre più di frequente. Ma queste affermazioni tanto categoriche hanno davvero un fondamento? Siamo sicuri che le due categorie politiche e filosofiche delineatesi alla fine del Settecento siano ormai superate?

Certo, negli ultimi anni le carte sono andate via via mescolandosi; alcuni temi propri della destra sono diventati cavalli di battaglia della sinistra, e viceversa. La grande questione della meritocrazia, per esempio. Negli anni Settanta la sinistra condannava l’approccio meritocratico perché ritenuto ingiusto, efficientista, non-egualitario, crudele nei confronti degli ultimi. Oggi, al contrario, la sinistra fa della meritocrazia una propria bandiera culturale: un sistema meritocratico è contro le logiche di potere, la meritocrazia è contro i privilegi assegnati dall’alto. Oggi per la sinistra la meritocrazia significa imparzialità, onestà, uguaglianza rispetto a obiettivi dati. Significa pari opportunità. Niente male il capovolgimento di segno!

Eppure, nonostante singoli temi possano prestarsi a interpretazioni opposte, le due categorie fondative del pensiero politico moderno rimangono distinte. Da una parte gli ideali della difesa dell’esistente, della fede, del valore dell’identità, della conservazione, del passato come fonte di verità; dall’altro quelli del progresso, della ragione, dell’equità, della fiducia nel cammino della storia, del relativismo. Sono convinto che anche oggi la dicotomia destra e sinistra si delinei in tutti i suoi significati tradizionali. Proviamo a fare un esempio.

Prendiamo la questione delle morti sulle strade. Ci sono fondamentalmente due tipi di messaggi sulla sicurezza stradale che possono essere diretti ai giovani: da una parte rendere il problema in tutta la sua drammaticità, mostrando gli esiti degli incidenti e fornendo i numeri della grave tragedia sociale; dall’altro affidarsi all’esempio positivo di un giovane di successo che oltre a vincere nel suo campo, rispetta i limiti di velocità. Da una parte problematicizzare, dall’altra indurre a emulare.

Chiedo a chi sostiene che parlare di destra e di sinistra, oggi, non abbia più senso. Secondo voi è solo un caso che lo spot con Tania Cagnotto «Faccio acrobazie, mai quando guido. Sono sulla buona strada» sia stato varato dall’attuale ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (ex An)?

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