Bossi, nel suo ruolo mediatico di principale utilizzatore del dito medio in erezione si rifà alla tradizione classica – da Aristotele a Seneca – per i quali, in lingue diverse, più o meno in “medio stat virtus”, ovvero a quella più recente di Marshall Mc Luhan, secondo cui “il medium è il messaggio”?

La questione non è così irrilevante come appare. Se fosse la brillante e riconosciuta cultura classica di Bossi all’origine del gesto, quando Egli lo rivolge a Fini e Casini si tratterebbe di un gesto di solidarietà, a conferma della pervicace propensione a un moto politico di centro dei due suddetti leaders – saluteremmo quindi in lui preoccupati la rinuncia alla diversità padana.

Qualora invece l’altrettanto nota e brillante familiarità dell’uomo con la semiotica della comunicazione contemporanea di Mc Luhan fosse l’ispiratrice del gesto, dovremmo indirizzarci a una lettura diversa.

Se il medio – eretto – è il messaggio ci si chiede chi o cosa potrebbe essere il destinatario del messaggio stesso. Una persona o una sua parte? E se, ragionevolmente solo una parte di essa fosse il termine del messaggio, non saremmo di fronte a un gesto che, rivolgendosi alla parte per il tutto, rivelerebbe una grande fiducia nel fatto che questa parte possa influenzarlo, il tutto?

E dunque, è di fronte alla glorificazione della Padania che ci troveremmo.

Confidare che una parte locale possa migliorare il tutto nazionale è indubitabilmente un principio padano. Allora sulla base di questa ammirevole coerenza saluteremmo compiaciuti il gesto di Bossi e perfino contempleremmo il dito invece della Luna, ammirati della sua dirittura.

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