Il “sistema donna” in politica per alcune parlamentari del Pdl si è totalmente svelato nei giorni scorsi, fornendo interpretazioni estremamente strumentali e false su una frase da me pronunciata nel corso di un’intervista andata in onda su youtube. Una risposta non “assertiva”, ma tendente “a non escludere che”, da me data, peraltro, in un contesto relegato alla discussione sull’attuale legge elettorale, ha scatenato una vera e propria bufera nei miei confronti.

Da mesi giornalisti “di parte” hanno girato, persino oltre i confini italiani, per cercare di trovare elementi di accuse nei confronti del Presidente Fini e di tutti noi parlamentari aderenti al gruppo “Futuro e Libertà per l’Italia”. Così, avendo scoperto che vivo scortata da otto anni, che ho denunziato collusioni mafia-politica senza distinzioni di appartenenza, che un collaboratore di giustizia ha dichiarato che le cosche della Piana di Gioia Tauro avevano deciso di farmi fuori, su ordine di un politico, sarà nata sicuramente tanta delusione! Ed ecco che si saranno detti: “Brutta traditrice, appena possibile te la faremo pagare!” E così è stato!

Non sarebbe, infatti, giustificabile in altro modo il polverone sollevato da colleghe, solo del PDL, che ancora oggi dovrebbero spiegarmi il perché, pur non chiamate in causa, abbiano provato “vergogna” fino al punto di dover ventilare querele.

Probabilmente ho un grosso peccato da espiare: ho, senza tentennamento alcuno, aderito al gruppo Futuro e Libertà per l’Italia e non ho “ossequiato” il Presidente del Consiglio.

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