“Sbagliati i tagli lineari: tolgono in pari misura a ciò che funziona e a ciò che non funziona”. A dirlo, durante la conferenza stampa di avvio dell’anno scolastico è l’assessore regionale della Lombardia Gianni Rossoni, Pdl. Questo dopo che in mattinata la camera del lavoro aveva diramato un durissimo comunicato soprattutto sui tagli che, in particolare a Milano, mette in seria discussione la qualità del servizio scolastico offerto alle famiglie. Prese di posizione che vengono all’indomani della cruda analisi dell’Ocse sul sistema formativo in Italia. Un rapporto su cui se ne sono dette di tutti i colori, magari senza averlo nemmeno letto. E tra chi l’ha letto per intero c’è certamente Fabrizio Dacrema: “Il Rapporto Ocse 2010 sull’educazione – ha scritto su scuolaoggi dove si riporta anche la documentazione sull’intero documento –  boccia l’Italia e conferma che nel nostro paese si spende poco e male per l’istruzione. I dati forniti dall’Ocse sono ancora più preoccupanti perché riferiti al 2008, anno in cui i tagli Tremonti-Gelmini erano stati attuati solo in piccola parte.

Lo stato del sistema formativo italiano delineato dal Rapporto evidenzia la necessità di cambiamenti radicalmente alternativi rispetto ai provvedimenti adottati dal governo. A partire dagli investimenti nella conoscenza – nel 2008 l’Italia spendeva il 4,5% del Pil contro una media Ocse del 5,7% – che dovrebbero crescere per recuperare il gap che ci divide dai paesi sviluppati e invece subiscono un vero e proprio taglio epocale”. Analisi ben diversa da quella appena fatta dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, da Frascati nell’ambito della ‘Summer School 2010’ organizzata dalla fondazione Magna Charta. “Abbiamo un corpo insegnante forse tra i più pletorici e generosi dei paesi industrializzati – afferma il ministro – le performance della scuola non sono le migliori, il livello di apprendimento dei nostri scolari non è paragonabile a quello degli altri paesi. Il sistema costa tanto e rende poco. Non è neanche vero che gli insegnanti sono pagati poco, perché in altri paesi guadagnano di più perché lavorano di più”. La solita spacconata, dietro cui non c’è solo arroganza, ma soprattutto ignoranza della realtà. Sta di fatto che, sempre dai dati Ocse, l’Italia è prima nell’integrazione degli alunni disabili. Oggi però, grazie ai tagli lineai denunciati dallo stesso assessore Rossoni rischiamo di perdere anche questo vantaggio. Perchè mancano insegnanti di sostegno, perchè nelle classi cresce la presenza contemporanea di disabili rendendo più difficile il lavoro per seguirli.

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