L’enorme parcheggio è gremito come un provino di x-factor. Centinaia di macchine di gente che ha impegni molto meno importanti del mio. Che ci fanno qua questi perdigiorno? Perché si sono alzati stamattina? Va a finire che arrivo tardi dal pavimentista per la scelta del parquet. Finalmente intravedo un buco libero per parcheggiare, strano che tutti lo ignorino. Quando mi avvicino con l’auto ne capisco il motivo: un enorme Suv è parcheggiato a cavallo della riga occupando due posti auto. Mi viene in mente lo slogan pubblicitario che Hugh Grant recita nel film American Dreamz: “Il Suv grande il doppio del più grande Suv in commercio. Perché vi serve!”

Mi convinco ancora una volta che le persone malvage esistono: comprare un’auto inutile quanto ingombrante è segno dell’inciviltà dei tempi. Questo tizio è sicuramente un troglodita palestrato e a giudicare da come se ne fotte di rubare il posto auto a un altro dev’essere anche arrogante e insensibile. Più avanti trovo un posto libero. Sono puntuale per il mio importantissimo appuntamento, quindi ho il tempo per lasciare un biglietto al troglodita dall’encefalogramma concavo che ha parcheggiato in maniera così scellerata.

Offenderlo o prenderlo in giro con ironia? Beh, un neanderthaliano che compra un Suv non può sapere cos’è l’ironia, meglio offenderlo. E’ a questo punto che arriva il troglodita, ma il suo aspetto non ha niente a che vedere con l’immagine che mi ero creato di lui. E’ un omettino coi capelli bianchi e l’aria gentile, dall’aspetto esile. Appoggia alcuni libri appena acquistati sul sedile del passeggero, sorride ad una signora anziana che passa davanti alla sua macchina. Si direbbe una persona cortese. Mette in moto, ma quando parte la macchina gli si spegne, è pure un po’ imbranato. Forse non è malvagio, forse è solo distratto. Non si è nemmeno reso conto di come ha parcheggiato. Forse ha comprato una macchina enorme perché ha sei figli o magari l’ha visto in un film e non gli è sembrata una cosa stupida. O si è rincitrullito dopo aver visto quarant’anni di televisione. La tv prima ti addormenta poi ti parla nel sonno e sembra dirti di pensare solo a te stesso. Se mettessimo in fila un po’ di slogan pubblicitari degli ultimi quarant’anni, eliminando i prodotti e ascoltando solo il “discorso logico” fatto attorno ad essi, ne risulterebbe un invito a farsi gli affaracci propri fregandosene del prossimo. Ecco un piccolo estratto:

“Io ce l’ho profumato… L’alito. Perché io valgo. Per l’uomo che non deve chiedere mai. Il contorno che ti vizia. La ricerca protegge il tuo mondo. Al servizio delle tue idee. Il tuo prossimo desiderio. Il tuo modo di gustarti la vita. Voglio il meglio. Chi segue gli altri non arriva mai primo. Ti tenta tre volte tanto! Se non ti lecchi le dita, godi solo a metà. A me… me piace. Ti dà, gusto a volontà! O ce l’hai o ne hai bisogno. Per te e per gli amici. La tua bionda naturale. Miglioriamo il tuo mondo. Prenditi cura di te. Per chi non si accontenta.Tutta la vita che vuoi. Tutto intorno a te.”

Il pavimentista chiude tra poco. Affretto il passo e sulla porta urto una signora facendola quasi cadere; ma il mio impegno è troppo importante per perdere tempo a fermarmi a chiederle scusa.

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