Immaginate una condanna per un reato che non avete commesso. Le prove portate contro di voi sono una vostra confessione scritta, estorta dalla polizia dopo due giorni di torture fisiche e psicologiche, e la denuncia di un uomo, che però poi ha dichiarato che non era vero niente.

Immaginate inoltre che la Corte suprema del vostro paese annulli la sentenza di condanna perchè viziata da una serie di irregolarità sul piano processuale e su quello probatorio. Soprattutto, il reato che vi addebitano l’avreste commesso all’età di 16 anni.

Immaginate che però, nonostante le decisioni della Corte suprema, un tribunale inferiore si sia incaponito sul fatto che siete colpevoli.

Immaginate che la pena sia la morte. Ed immaginate che il capo di imputazione sia il fatto di essere omosessuali, o comunque di aver partecipato ad atti sessuali con una persona dello stesso sesso.

Ebrahim Hamidi ha 18 anni e tutto questo lo sta vivendo sulla sua pelle. Non è immaginazione: rischia la condanna a morte, nel silenzio e senza avvocato. Innocente.

Qui il link con l’appello promosso da Amnesty International.

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