Domato l’incendio provocato ieri pomeriggio dall’esplosione vicino alle coste della Lousiana, a pochi mesi dal disastro ambientale nei pozzi della Bp. La Guardia Costiera fa sapere che l’emergenza provocata dalla fuoriuscita di petrolio è cessata: “Non ci sono fughe visibili”.

Ieri era scoppiato il panico a 130 miglia di distanza dalle coste della Luisiana. Tredici dipendenti dispersi in mare sono stati salvati dalla guardia costiera. La piattaforma si trova  poco lontano dalla Deepwater Horizon, la base petrolifera della Bp che prese fuoco lo scorso 20 aprile.  A quattro mesi di distanza  dalla più grande tragedia ambientale d’America, l’incubo della macchia nera è quindi tornato drammaticamente.

“Nessuna dispersione di petrolio in mare”, così dice dopo qualche ora la società, proprietaria della piattaforma. Versione poi smentita dai fatti e dalla guardia costiera che nella serata di ieri ha affermato: “La scia di greggio ha raggiunto i 2 km”. Questa mattina, dopo la conclusione delle operazioni di spegnimento dell’incendio, l’annuncio del cessato allarme.

Domenica scorsa il Presidente americano Obama era sbarcato proprio sulle coste della Luisiana, per celebrare il quinto anniversario dal disatro di Katrina. Oggi è stato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, a intervenire, quando ancora la fuoriuscita di petrolio non era registrata: “La Casa Bianca è pronta ad intervenire se l’esplosione della piattaforma, evidenziasse il rischio di una nuova merea nera”. E cerca di tranquillizzare la popolazione: “Abbiamo tutti gli asset pronti e schierati per una eventuale risposta nel caso in cui ci venisse segnalato un inquinamento dell’acqua”.

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