Incassata la fiducia della Lega, Berlusconi ha aperto la caccia ai finiani. Il triumvirato del Pdl, Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi, ha convocato i deputati che hanno aderito al gruppo di Fli e ricoprono incarichi operativi nel Pdl (come Enzo Raisi, coordinatore provinciale del Pdl a Bologna) per valutarne “l’incompatibilità”, come ha detto il ministro della Difesa. La resa dei conti esce dunque dai Palazzi e si scatena sul territorio. Che sarà battuto palmo a palmo in una caccia al dissidente che si annuncia senza quartiere. Settimana prossima tocca a chi ha incarichi operativi. A settembre, come annunciato da La Russa, saranno “valutate” le posizioni di tutti i finiani nel Pdl. Costringendo così il presidente della Camera a dare vita al nuovo partito unendo le truppe sparse per l’Italia in un unico fronte.

Ma chi sono, quanti sono i finiani sul territorio nazionale? Che peso politico hanno nelle amministrazioni? In quanti comuni, in quante province, in quante regioni sono nati i gruppi di Futuro e Libertà? Come sono organizzati? Ilfattoquotidiano.it ha fotografato l’Italia dei finiani. Regione per regione.

E ha scoperto che il presidente della Camera ha le proprie roccaforti in Sicilia e in Campania. Ma qui tra gli “amici” si sono arruolati anche personaggi come Nino Strano, condannato in primo grado a due anni e due mesi di reclusione dal Tribunale di Catania per abuso d’ufficio insieme al sindaco Scapagnini e ad altri cinque assessori della giunta per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale. Mentre in Lombardia c’è l’ex repubblichino di Salò, Mirko Tremaglia. Le anime sono molte e diverse.

Tornando alle presenza nelle regioni, in Emilia Romagna, Toscana e Umbria i circoli di Generazione Italia, attorno cui si stanno raccogliendo i simpatizzanti, sono in costante crescita. Dal Piemonte al Veneto l’interesse diffuso per il traghettatore di Fiuggi non si è ancora tradotto in iniziative concrete. Complice anche lo strapotere del Carroccio e del Popolo delle libertà. Basti pensare che in Lombardia, un assessore del comune di Milano non ha fatto in tempo a esprimere la volontà di fondare il gruppo di Fli che i generali del Pdl ne avevano già invocato le dimissioni.Anche in Sardegna, Liguria, Abruzzo e Puglia il progetto di Gianfranco Fini ha generato interesse. Ma anche qui di “visibile” al momento c’è ben poco. Eppure guardando a Generazione Italia si scopre che la base continua ad aumentare. In tutta Italia. A frenare i simpatizzanti al passaggio definitivo a Fli è l’incertezza. Tutti attendono la festa tricolore che si apre a Mirabello martedì per capire bene dove Futuro e Libertà vuole andare, e soprattutto come intende arrivarci. Fini interverrà a conclusione dei lavori, il 5 settembre. Darà vita al partito? Come si strutturerà? Quale sarà il programma? Sono le domande che si rincorrono.

“La base vuole il partito e spinge per averlo il prima possibile”, dice Gianmario Mariniello, direttore del sito di Generazione Italia. L’associazione finiana, nata appena quattro mesi fa, ha già oltre 400 circoli e più di diecimila iscritti. Con una forte presenza proprio nelle Regioni in cui al momento Fli appare più debole. Una su tutte la Lombardia. “Se il Pdl parte all’epurazione è evidente che l’unica strada da percorrere sia quella di fondare una nuova casa in cui riconoscersi”, ha aggiunto. Generazione Italia è la base di Futuro e Libertà. Nel comitato nazionale dell’associazione ci sono tutti i finiani della prima ora: da Italo Bocchino a Fabio Granata, da Antonio Briguglio ad Adolfo Urso a Catia Polidori e Luca Barbareschi. 40 fedelissimi. Che hanno già convocato per 6 e 7 novembre, a Perugia, la convention di Generazione Italia con la speranza di trasformarla nella costituente del partito.

Ma prima c’è Mirabello. E il presidente della Camera sa che dovrà dare delle risposte ai suoi. Non a caso ha convocato un vertice con i componenti di Fli di Camera e Senato per il giorno prima dell’intervento. Nell’attesa gli esponenti di Fli continuano a lavorare sul territorio. Sono loro, di fatto, la forza motrice. Futuro e Libertà, conferma a ilfattoquotidiano.it Nicola Piepoli, “in Italia è ben distribuita su tutto il territorio grazie a personaggi che curano ciascuno la propria isola. Come Bocchino a Napoli. O Carmelo Briguglio in Sicilia. Così anche al Nord. Luca Bellotti, ad esempio, è molto forte nella bassa padana, nel collegio di Rovigo. Catia Polidori è forte in Umbria, Silvano Moffa nel Lazio, Mirko Tremaglia nel bergamasco. Insomma i finiani sono ben distribuiti. A chiazze, ma presenti ovunque con nuclei saldi”. E se si dovesse andare a elezioni, prosegue Piepoli, “con delle buone alleanze Fli potrebbe andare oltre il 5-7% che raggiungerebbe da sola”. E di fatto il partito non è ancora nato ma già riceve proposte. In Sicilia, ad esempio: il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ieri ha confermato una possibile fusione di Mpa con Fli.

Sono molti gli occhi puntati su Mirabello dunque. Dove, dice Benedetto della Vedova, “non si sa se nascerà il nuovo partito” ma sarà utile perché, spiega, “servirà a consolidare un qualcosa che è nato da poco. Servirà a spiegare che il nostro obiettivo è costruire un’opzione di centrodestra reale che dall’interno del Pdl non si poteva offrire più”. Il resto dovrebbe spiegarlo Gianfranco Fini.

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