Domenica era la sua giornata da leader. Un’intervistona sull’Unità dove parlava di tutto, da Fini al Quirinale passando da Bossi e Tremonti per finire al governo che verrà. Intanto, sulla prima pagina del Fatto, Marco Travaglio lo proponeva come il prossimo segretario del Pd: 45 anni, buon amministratore locale, un tipo a posto per dare ritmo nuovo alla comitiva. Ma lui, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, aveva altro per la testa: “Il Palio di Allumiere è un evento di livello nazionale. Guardiamo al rilancio di queste tradizioni per promuovere un’idea di comunità orgogliosa e solidale”.
Tra cavalieri e dame in costume, Zingaretti faceva il mestiere che ama di più: curare il territorio. Un po’ leghista, un po’ paesano, molto attento a dosare l’immagine. Sul sito www.ilfattoquotidiano.it la candidatura di Zingaretti a eventuali primarie di partito ha fatto il botto: notizia cliccatissima tutto il giorno e un migliaio di commenti che spiegano almeno un po’ come suona il nome Nicola tra i big della politica nazionale. Perché finora la sua azione si è concentrata in zona Roma e dintorni, il primo grande salto era atteso per le elezioni regionali di marzo: tutti davano per scontata la candidatura dopo il disastro Marrazzo, ma il blitz di Emma Bonino chiuse la questione sul nascere rimandando l’exploit a una successiva occasione. Che potrebbe essere arrivata: Bersani non convince tutti, l’idea di un giovane outsider piace, e il fratello del commissario Montalbano vanta un certo fascino. Dice Enrico: “Io sono certo che le vincerebbe senza neanche tanta fatica. Il popolo di sinistra aspetta una faccia nuova da qualche decennio”. Precisa Antiana: “Si si, a me va benissimo, mi ha fatto sempre simpatia, ma si sa, le persone in gamba la dirigenza Pd se le tiene nascoste e quando destano attenzione le bruciano, e invece io dico ormai come una litania che si ritirino Fassino, D’Alema, Latorre, Violante e ora anche Bersani, saremmo tutti più contenti, quando sono intervistati viene voglia di fare gli scongiuri, mielati, annoiati, stanchi della vita”.
Zingaretti, invece, ha l’occhio vispo. Se gli chiedono cosa pensa dell’agenda di governo lui risponde spedito: “Imbarazzante, uno scambio osceno con la Lega: fateci fare gli affari nostri, voi fatevi i vostri”. E quando qualcuno pretende di capire se ha davvero intenzione di buttarsi nella mischia Pd, lui ammette: “Non mi preoccupa la competizione, purché parta dalle idee”. Sul Fatto online i suggerimenti si sprecano: merito, onestà, giovani, lavoro, ambiente. Anche se non mancano critiche e note dolenti: “Mia madre che ha 72 anni e vive in Brianza se le chiedi chi è Zingaretti si concentra su alcuni attori di film tv. E provate con i giovani trentenni fuori dai locali per l’aperitivo (magari pure a Roma)” scrive un lettore. Pierpaolo rilancia: “Per essere presidente della Provincia devi stare ai giochini della politica, e quando devi ringraziare qualcuno perché ti ha fatto un piacere non gli vai contro”.
L’interessato medita e attende. Dice di voler restare al suo posto, la Provincia di Roma, a mettere il wireless nell’agro romano e rinverdire i fasti dei borghi antichi. Perché il Pd deve avere “un contatto fisico e politico con gli italiani” scommettendo su un’idea di futuro diversa da quella della Destra. Diversa come? Il portavoce spiega che al momento non ci sono versioni ufficiali. Zingaretti s’è già visto molto, e adesso è meglio riflettere, tacere, pensare. Più furbo dell’ispettore, questo Nicola.

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