Dopo il terremoto alle Eolie, ecco che a Palermo la terra trema. Che dice, Bertolaso?

Palermo, e prima la Sicilia orientale. Stiamo parlando di una delle zone italiane che si trova nel celeberrimo studio del 1999 in cui si individuano le aree in cui è atteso un evento sismico importante. Lo stesso studio che individuava l’area dell’aquilano come a forte rischio.

Il che richiama i primi due compiti di Protezione Civile: previsione e prevenzione. Senza voler far le cassandre, senza voler essere allarmisti, pare utile chiedere a Guido Bertolaso come stiano funzionando, questi due compiti in Sicilia.

Previsione e prevenzione. Ripetiamolo come un mantra.
Prima.
Non dichiarazioni a effetto dopo.

In rete si trova un documento a firma Barberi Franco, Bertolaso Guido, Boschi Enzo. Il triumviro degli esperti in tema di Protezione civile e terremoti, in teoria. E’ un documento dal titolo: “Difendersi dai terremoti: la prevenzione sismica in Italia”.
Proprio quel che cercavamo, giusto? Bene. Vi si legge, fra l’altro:

[…] in Sicilia orientale, dove il Dipartimento della Protezione Civile e la Regione hanno varato nel 2000-2001 il primo intervento di miglioramento delle caratteristiche del patrimonio edilizio privato, con una rimodulazione dei fondi della legge n. 433/1991. Intervento importante per la quantità di risorse stanziate (129 milioni di Euro) e per la metodologia e le procedure adottate, in particolare quelle relative ai criteri di priorità  e alle tipologie degli interventi.

Sarebbe interessante che venisse reso pubblico un rendiconto del Dipartimento e della Regione Sicilia per conoscere lo stato dell’arte dei lavori eseguiti con quei 129 milioni di Euro.
E’ legittimo chiederlo, questo resoconto.
Ed è doveroso relazionare in merito, Sottosegretario Bertolaso. Senza toni trionfalistici, con realismo e trasparenza.

Poi ci sarebbe anche il mastodontico Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia.
Il 6 aprile 2009 gli edifici dell’Aquila contenuti nel censimento crollarono.
Previsione perfetta. Prevenzione non pervenuta.

Com’è la situazione, in Sicilia? Gli strumenti teorici ci sono. Sono stati applicati?
E ancora, dottor Bertolaso, ma anche Governatore della Regione Sicilia, ma anche sindaci tutti – è bene ricordare che i sindaci sono le prime autorità in materia di Protezione civile – a che punto sono, i piani di protezione civile? I piani di evacuazione? Le aree di ammassamento materiali e mezzi? Sono state individuate le aree d’accoglienza? Insomma: in Sicilia orientale (ma anche altrove, sia chiaro), stanno funzionando, previsione e prevenzione?

E’ bene saperlo.
Perché magari poi è tutto a posto. Magari non succede nulla.
Ma non si vorrebbe che Bertolaso avesse di nuovo a dichiarare, dopo un evento catastrofico, che sa di chi sono le responsabilità pregresse; che si potevano salvare vite.
Senza poi rivelarle, queste responsabilità presunte di altri. Esattamente come ha fatto in Abruzzo.

Dal 1999 a oggi c’è stato tutto il tempo di agire.
Guido è al Dipartimento dal 2001. E c’è ancora tempo, verrebbe da dire.

Ecco perché chi ha seguito, quando tempo non ce n’era più, tutta la triste storia del terremoto dell’Aquila, chiede: Bertolaso, tutto a posto?

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