Per guidare la commissione del Csm che indagherà sui magistrati coinvolti nello scandalo nuova P2 è stato scelto Guido Calvi. Avvocato ed ex senatore, eletto consigliere laico del Csm su indicazione del Pd, Calvi in passato è stato difensore di Pietro Valpreda, accusato della strage di piazza Fontana, è stato avvocato delle parti civili nei processi per le stragi di Brescia, Bologna e del rapido 904, e ha difeso i vertici Ds coinvolti nella vicenda delle scalate bancarie dei furbetti del quartierino. A Calvi è ora stata affidata la presidenza della Prima Commissione, che appena si insedierà a settembre, dovrà decidere se trasferire d’ufficio per incompatibilità ambientale il presidente della Corte d’appello di Milano, Alfonso Marra, finito all’attenzione di Palazzo dei marescialli per la vicenda delle pressunte pressioni su alcuni consiglieri esercitate da uno dei componenti della “loggia”, l’ex giudice tributario Pasquale Lombardi. Pressioni che avevano lo scopo di favorire nel febbraio scorso la nomina di Marra al vertice dell’ufficio giudiziario milanese.

L’istruttoria sul suo caso è stata condotta dai componenti precedenti del Csm,  che hanno ultimato la loro indagine a fine luglio con il deposito degli atti. Un’iniziativa presa proprio per consentire al nuovo Csm di “procedere immediatamente al trasferimento di Marra – come spiegò l’allora presidente della Prima Commissione del Csm, Fiorella Pilato – se riterrà, come pensiamo noi, che non possa più ricoprire il vertice di uno degli uffici giudiziari più importanti d’Italia”.

A stabilire le sorti del presidente della Corte d’appello di Milano sarà dunque la nuova Prima Commissione, della quale oltre a Calvi, fanno parte l’ex deputato della Lega Matteo Brigandì e magistrati il cui nome è legato a inchieste giudiziarie di rilevanza nazionale: come Paolo Carfì, che è stato il gip di Mani Pulite, e Roberto Rossi, il pm di Bari che si è occupato delle indagini sul ministro Fitto (sono entrambi del Movimento per la Giustizia, una delle correnti di sinistra). Vice presidente è il giudice di Venezia Paolo Corder, l’unico togato eletto come “indipendente”, cioè al di fuori delle liste delle correnti della magistratura. Tra i componenti c’è anche Riccardo Fuzio, sostituto pg in Cassazione, togato di Unicost, il gruppo di centro della magistratura.

I nuovi consiglieri non si troveranno sul tavolo solo il caso di Marra, ma probabilmente anche quello delle altre toghe, che come lui non sono indagate ma i cui nomi compaiono nelle carte della procura di Roma e che attualmente non sono fuori ruolo. Come il sostituto pg di Milano Gaetano Santamaria Amato, il procuratore aggiunto del capoluogo lombardo Nicola Cerrato, il procuratore di Nocera Inferiore Giovanni Francesco Izzo e il capo della procura di Isernia, Paolo Albano, su cui aveva focalizzato l’attenzione la precedente Commissione, senza però prendere alcuna iniziativa.

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