Siamo al terzo atto della battaglia californiana sul same-sex marriage. Un giudice federale, con una motivazione lunga ed articolata, ha stabilito che il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso, sancito a livello costituzionale, è illegittimo perché contrario alla Costituzione federale.

Nel 2008, la Corte Suprema dello Stato aveva stabilito che le coppie gay e lesbiche potevano sposarsi esattamente come le coppie eterosessuali. Il divieto, infatti, che allora era sancito in una legge ordinaria, era incostituzionale perché privava le persone omosessuali della loro dignità e del loro diritto fondamentale di contrarre matrimonio con una persona di loro scelta.

Con un referendum, poi (ecco il secondo atto), il popolo aveva votato nel novembre 2008 a favore di una norma costituzionale in virtù della quale il matrimonio era riservato alle coppie di sesso diverso. La Corte Suprema era intervenuta nuovamente, prendendo atto della volontà popolare e chiarendo che quello che il popolo aveva deciso sul piano costituzionale non poteva essere rovesciato dalla volontà dei giudici.

Oggi, una nuova vittoria per la comunità gay californiana. La controversia è stata portata sul piano federale ed è dunque toccato ad un giudice federale pronunciarsi in merito. Non esiste base razionale, dice la Corte distrettuale, per vietare a gay e lesbiche di sposarsi. Nessuno ha dimostrato che vi sia una qualsiasi ragione degna di definirsi tale, per impedire a due persone di sposarsi anche se sono due uomini o due donne. Si è quindi tornati alla situazione del 2008: ora ogni gay e ogni lesbica della California sanno di poter sposare la persona che amano.

Il governatore Arnold Schwarzenegger ha dichiarato di volersi conformare alla decisione dei giudici.

Vi immaginate cosa sarebbe successo in Italia se la Corte costituzionale avesse solo osato precisare che ciascuno di noi ha il diritto fondamentale di sposare chi ama, anche se di sesso diverso? Sarebbe scoppiato il finimondo. “I giudici non oseranno pronunciarsi contro la nostra costituzione, che chiaramente dice che il matrimonio è solo tra uomo e donna”, tuonava Carlo Giovanardi (parafraso) alla vigilia della decisione della nostra Corte costituzionale del 15 aprile di quest’anno. Assieme a lui, avrebbero tuonato le gerarchie ecclesiastiche.

Ora toccherà alla Corte d’Appello federale, e poi probabilmente alla Corte Suprema federale. Quel che è certo è che la battaglia per il same-sex marriage sembra riservare ancora molte sorprese. E mentre da noi il silenzio assordante su temi come questi, silenzio che non sembra conoscere colore politico, consente alla gente di ritenere che le persone omosessuali siano individui senza dignità giuridica e incapaci di riconoscimento sociale (qualche giorno fa un altro pestaggio a Pesaro), in California si dibatte in continuazione sulla questione. Nonostante le opposizioni, nonostante le contestazioni.

Il testo della decisione californiana si trova a questo link.

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