Il Cobra ha una capacità di spalmarsi sul mio fianco durante la notte che è direttamente proporzionale all’innalzamento della temperatura stagionale. D’inverno se ne sta tutto raggomitolato nel suo piumino, in primavera comincia ad allungare un piedino sulla mia gamba e verso i 40 gradi di luglio-agosto si è ormai trasformato in un tatuaggio serpentato che parte dal mio ginocchio sinistro e si allunga fino alla spalla. Suda, suda e suda felicemente incollato alla sua mamma, e la sua mamma suda il doppio (al settimo mese di gravidanza vorresti dormire su una coppa di ghiaccio tritato fine fine).

Lo so, starete pensando: ma nel suo lettino non ci dorme? La risposta è sì, certo. Una quantità di ore sufficiente a giustificarne la presenza, del lettino. Per il resto, il lettone è per lui la cuccia gigante dove rifugiarsi dalle 4 in poi. E non mi importa di quello che dicono le tate e i cervelloni teorici dell’infanzia: non sono di certo una madre perfetta ma il Cobra è felice così, è sereno e comunque autonomo. Ne è la prova che se dorme dai nonni non fa una piega e non chiama mamma in preda al panico, anzi.

La nonna del Cobra conferma: “Tu facevi uguale, e non mi sembra di aver sbagliato ad aspettare che ti stufassi da sola. Tuo fratello, invece, ha sempre dormito nel suo lettino dal primo mese senza che facessi nulla di particolare per convincerlo. Ogni bambino è diverso”. Alla faccia dei best seller sulla nanna che cominciano con l’inquietante frase: “Un bambino è come un elettrodomestico: ha le sue istruzioni per l’uso. Solo che non te le allegano con l’articolo”. Come dice un vero, grande neuropsichiatra infantile dotato di buon senso oltre che di scienza, Giovanni Bollea (97 anni), “Una buona madre è la somma di tre elementi: istinto, tradizione e cultura”. Mica libretti per le istruzioni. Ribellatevi!

( E leggete, se ne avete il tempo, l’unico libro che vale la pena di consultare prima del lieto evento: “Le madri non sbagliano mai”, di Giovanni Bollea appunto, edito da Feltrinelli)

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