Dopo la papamobile e i papa-boys arrivano i “papagadget”. Visibili, vendibili, prezzati e da ieri già disponibili online come un qualsiasi altro oggetto di commercio. Non sarebbe troppo una sorpresa se li trovassimo in una strada dalle parti del Vaticano. Lo è invece di più se solo si pensa allo scenario in cui li vedremo: le città scozzesi e inglesi, dai tempi di Enrico VIII non particolarmente avvezze all’iconografia papale.

Basta navigare sul sito ufficiale della visita di Benedetto XVI, vero e proprio “online store”, per scoprire delle curiose sorprese. Tra i souvenir religiosi spiccano un braccialetto Swarovsky in vendita per 30 sterline, mentre sotto la voce “ceramiche” e “abiti” troviamo tazze e piatti con lo stemma papale, diverse felpe targate Vaticano, magliette commemorative della beatificazione del cardinal Newman, che avverrà il 19 settembre presso Bimingham, e perfino un cappello da baseball, in vendita per la modica cifra di 12 sterline.

L’occasione è quella del viaggio di Joseph Ratzinger, che sbarcherà in Gran Bretagna dal 16 al 19 settembre prossimi, per recarsi a Edimburgo, Glasgow, Londra e Birmingham. Visita che si annuncia storica, dato che segue a ben 28 anni di distanza la visita pastorale di Giovanni Paolo II, ma al contrario di quella dell’82, unisce motivazioni religiose con ragioni più proprie della visita di stato. Tra queste, l’incontro con la Regina, capo della chiesa anglicana, che riceverà il pontefice romano nella residenza di Holyrood, nei pressi di Edimburgo, e con personaggi di spicco della cultura, della politica e dell’impresa, nella sala esterna del parlamento di Westminster, a Londra.

L’arrivo del Papa non porta con sé soltanto il corredo dell’inusuale merchandising, ma anche molte polemiche. La mai sopita tensione con la chiesa d’Inghilterra si è acuita in seguito alla scelta presa nel 1992 da quest’ultima di aprire le porte al sacerdozio femminile. La decisione sta riportando negli ultimi anni all’obbedienza verso Roma un certo numero di sacerdoti e vescovi tradizionalisti, provocando nervosismo nel dialogo tra le due chiese separate.

Le polemiche sono però scoppiate soprattutto in merito ai costi della visita papale. Ai 7 milioni di sterline dichiarati da parte del Vaticano, si aggiungono quelli a carico dei sudditi di Sua Maestà. La cifra definitiva è stata rivelata soltanto a luglio: 12 milioni di sterline, comprensivi di costi per l’organizzazione e la sicurezza, vale a dire 4 in più di quanto stimato originariamente. L’esigenza di chiarezza nella spesa ha un ruolo importante presso l’opinione pubblica britannica, soprattutto quando si tratta del denaro dei contribuenti.

Una parte di loro si chiede per quale motivo i cittadini debbano finanziare il viaggio del capo della chiesa cattolica, accusato di non fare chiarezza circa i casi di pedofilia che hanno ripetutamente scosso Irlanda e Inghilterra. Ci è andato giù duro Ian Paisley, storico leader del partito unionista nord-irlandese, che paragonando i preti pedofili all’anti-Cristo, si è spinto a giudicare un errore lo stesso invito al Pontefice. Il solito estremismo anti-cattolico dei britannici. E pensare che senza la visita di Benedetto XVI non avremmo avuto neppure i papagadget!

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