In uno stato che si definisca liberale bisogna ammettere anche l’ateismo, perché no? Accanto alle scuole confessionali – musulmane, ebraiche, cattoliche o forse indù – anche la “scuola atea” può trovare il suo spazio È quanto sostiene il Ministro dell’Educazione del Regno Unito, il conservatore Michael Gove, a cui ha fatto da sponda, in un insolito binomio, il biologo evoluzionista Richard Dawkins

Britannico, professore nelle università di Oxford e Berkley, autore del best-seller L’illusione di Dio (Mondadori 2007), Dawkins è considerato e una delle voci più autorevoli della cultura laica anglosassone. In passato ha fatto discutere l’iniziativa, da lui ideata, di una campagna pubblicitaria contro la religione, giunta anche in Italia, come anche il recente appello a portare il Papa in tribunale per dare conto dei casi di pedofilia, quando a settembre si recherà in visita pastorale in Gran Bretagna.

Deciso a dare corso ad un piano rivoluzionario per l’istruzione universitaria, il ministro Gove si è dichiarato lusingato per l’apprezzamento da parte del biologo e filosofo di Oxford: “Una delle cose più sorprendenti che ho letto di recente è stata l’opinione di Richard Dawkins, che sarebbe interessato ad avvalersi della nostra legislazione in materia educativa, stabilendo una scuola su basi esplicitamente atee”. “Non sarei d’accordo con la scelta, ha poi soggiunto, ma il punto è un altro. Con la nostra riforma – liberale nel senso più ampio – si offrirebbe ai cittadini la più vasta possibilità di scelta”.

La legge di riordino dell’istruzione vuole incoraggiare associazioni di genitori e insegnanti a formare le proprie scuole. Definite academies o free schools, le nuove istituzioni sarebbero finanziate dal governo ma autonome nella scelta dei programmi scolastici. Si tratta di realtà presenti in Gran Bretagna, seppur in numero contenuto (circa 200), e quasi sempre improntate a valori confessionali.

Con l’Academies Bill attualmente in discussione in parlamento, il governo Cameron vorrebbe estendere il modello delle free schools a tutto il sistema educativo, tanto da arrivare a creare circa 1500 scuole libere o accademie. Il modello di riferimento oscilla tra quello delle Charter School americane e la Svezia, in cui il governo finanzia, senza condizionarla, la gestione di istituti superiori da parte di gruppi non-profit. A detta dell’opposizione laburista e del sindacato degli insegnanti, però, c’è il rischio che la riforma, creando aree per studenti privilegiati, favorisca il declino degli istituti tradizionali.

Nel mese di giugno il professor Dawkins si era effettivamente mostrato interessato alla riforma Gove. Senza tuttavia voler indulgere alla semplificazione della “scuola atea”. “Non indottrinerei mai i ragazzi all’ateismo, aveva precisato, proprio come non lo farei per la religione. I giovani dovrebbero piuttosto imparare a porsi domande. Li vorrei scettici, critici e di mentalità aperta”.

Libero pensiero in libera scuola, insomma. La critica al dogmatismo – religioso o ideologico – verrà da sé.

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