Vi ricordate il 26 marzo del 2009 ? E’ il giorno in cui in pompa magna il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi insieme al suo fido Bertolaso pigiarono il bottone per accendere il forno del piu’ grande e discusso inceneritore d’Europa . Eravamo ad Acerra e in quell’occasione il cavaliere definì eroi ( forse in ossequio alla memoria di Mangano) quei “signori” dell’Impregilo che avevano resistito alle proteste delle popolazioni, ad alcuni politici ( chi scrive..) che avevano osato denunciarli in Procura e a qualche magistrato che avendo riscontrato la bontà delle denunce (le mie..) li aveva messi sotto processo per truffa aggravata, corruzione, disastro ambientale, in buona compagnia con il presidente della Regione Campania Bassolino.

L’emergenza è finita annunciavano tutte le televisioni di regime e la stampa di famiglia , e tutti dalla Chiesa alla politica a riconoscere il merito di Berlusconi nell’essere riuscito nell’impresa.

Pochi di noi ostinatamente hanno continuato a mantenere alta l’ attenzione sullo scandalo piu’ terrificante della nostra storia recente; perché ha messo insieme sperpero di denaro pubblico (oltre due miliardi di euro ) e devastazione ambientale con l’apporto determinate di un sistema corruttivo diffuso fatto di camorra, imprenditoria e malapolitica.

Il 1 giugno del 2009 andai in Procura a Napoli per chiedere il sequestro dell’inceneritore di Acerra perché stava funzionando in violazione delle leggi vigenti nel nostro Paese e delle normative europee. C’è una indagine in corso in Procura. In realtà, oltre a non rispettare le prescrizioni previste dalla Commissione VIA(valutazione impatto ambientale) sulle emissioni e su alcuni adeguamenti impiantistici, l’inceneritore di Acerra dopo poche settimane aveva già superato il limite massimo di emissioni di polveri sottili ( pm10) previste per l’intero anno. La legge prevede che in un anno non si può superare il limite per piu’ di 35 giorni, ad Acerra quel limite è stato superato di circa 200 volte . E basta andare sul sito dell’ARPA Campania per verificare che anche nel 2010 il limite è stato ampiamente superato.

Ma la novità è rappresentata dal continuo fermo di alcune linee dell’impianto per problemi strutturali,(si ricorda che all’epoca della gara,1998, veniva definita obsoleta la tecnologia usata dall’Impregilo) , continue manutenzioni che fanno funzionare l’inceneritore a mezzo servizio. Siamo molto lontani dalle 2000 tonnnellate di rifiuti al giorno e nonostante questo le emissioni continuano a sforare i limiti con gravi conseguenze per i polmoni dei cittadini.

L’emergenza non è finita a Napoli e in Campania, anzi è aggravata dal fatto di aver “consumato” altro territorio per le discariche e non si è avviata seriamente né la raccolta differenziata ne gli impianti per il trattamento della frazione organica ( compost). La parte umida viene mandata in Sicilia pagando 200 euro la tonnellata perché in Campania non c’è neanche un sito per trattare questa frazione. Ed è curioso che vada in Sicilia dove c’è un’altra drammatica emergenza e non riescono a trattare i rifiuti siciliani ma a lucrare sui rifiuti che vengono dalla Campania.

Articolo Precedente

Mettere il naso nella discarica di Bollate

next
Articolo Successivo

Oh mare nero

next