Il suo sogno era uguale a quello di tutti gli altri, ad eccezione del principe azzurro. Constance McMillen ha diciotto anni e, come tutte le ragazze della sua età, aveva costruito mille idee intorno al ballo scolastico, quello del primo appuntamento, del fiore al polso e del vestito da conservare per una vita intera. Ciò che ha reso il sogno di Constance un incubo, tanto da fare scendere in campo al suo fianco l’American Civil Liberties Union, è stato il fatto che, essendo lesbica, lei ha chiesto alla sua scuola di poter partecipare alla festa indossando lo smoking ed accompagnata dalla sua fidanzata.

Decisamente troppo (almeno fino a ieri) per un college del distretto di Itawamba, nel Mississippi: meno di 23mila anime di cui il 14% vive al di sotto della soglia di povertà e dove gli uomini guadagnano circa diecimila dollari all’anno in più rispetto ad una donna nella stessa posizione (se mai una donna riesce a raggiungere quella “stessa” posizione). La richiesta di Constance deve essere suonata così oltraggiosa e inaccettabile da far decidere addirittura alla scuola di procedere all’annullamento del ballo scolastico con comprensibile disappunto degli studenti che, però, non si sono schierati dalla parte della loro amica alla quale, anzi, hanno reso la vita impossibile tanto da costringerla a trasferirsi.

La vittoria legale con il risarcimento di 35mila dollari ottenuto dalla Mc Millen è arrivato dopo che, in un primo momento, dietro la denuncia contro la scuola presentata dall’American Civil Liberties Union, il giudice distrettuale aveva stabilito che il college aveva violato i diritti della ragazza.

A seguito di quella sentenza, la scuola aveva organizzato un nuovo ballo, chiaramente “fittizio”, a cui avevano partecipato non più di 10 studenti, mentre tutti gli altri festeggiavano in un altro locale; una circostanza che i legali della McMillen hanno usato in aula durante il dibattimento.

Il risarcimento, fra l’altro, non è la sola vittoria ottenuta da Constance, visto che la scuola ha dovuto sottoscrivere un impegno formale a perseguire una politica di rifiuto di ogni tipo di discriminazione.

“Sono così felice che tutto questo sia finito – ha detto la giovane studentessa – e anche se nessuno potrà restituirmi il mio ballo scolastico ne sarà valsa la pena perché ora la scuola dovrà cambiare la sua politica. Spero che ciò significhi che in futuro gli studenti potranno essere trattati con maggiore giustizia e che, insieme, agli insegnanti possano finalmente realizzare un club “gay-etero” senza più ricevere minacce per questo”.

La soddisfazione di Constance è sicuramente meno esuberante della furiosa condanna con cui l’American Family Association ha bollato la decisione del giudice, tramite le pagine del sito web Life Site News. “E’ una vergogna che il distretto scolastico abbia capitolato – ha detto a nome dell’associazione Bryan Fischer – perché la sua “resa” di fronte alle richieste omosessuali significa che ora ogni scuola superiore in America dovrà consentire a travestiti abbigliati da drag queen di partecipare ai balli scolastici”.

Ovviamente Fischer non mitiga nemmeno le sue visioni apocalittiche circa il futuro di Constance la cui vita sarà “rovinata da quella libertà che oggi le viene riconosciuta di perseguire il suo “stile di vita distruttivo”.

Le parole di Fisher danno maggior senso alla vittoria di Constance perché lasciano chiaramente intravedere il contesto di “chiusura” in cui tutta la vicenda si è svolta. Non è la prima volta, infatti, che l’American Civil Liberties Union si schiera al fianco di studenti che abbiano subito una discriminazione, ma il caso McMillian, anche perché incentrato intorno ad un evento così speciale come il ballo scolastico, ha ottenuto un’attenzione assolutamente unica.

Il Mississippi, infatti, non è lo stato di New York o della California (dove pure un referendum ha cancellato la legalità delle unioni gay). Tanto per capirsi, qui, la Equality Mississippi, una delle organizzazioni più importanti a difesa dei diritti dei gay e delle lesbiche, nata nel marzo del 2000, ha chiuso i battenti nel 2008 per carenza di fondi.

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