Per la lettura di questo articolo consigliamo un sottofondo musicale con: Ravi Shankar & Yehudi Menuhin Sitar & Violin Duet

Tra i vicoli di Scampia, tra i marciapiedi dello Zen di Palermo, in certe ore del mattino, si sente  qualche nota provenire dalle aule di una scuola materna. Sono i bambini che partecipano ai laboratori del progetto Mus-e (Musique- Europe), nato per portare la musica e le arti tra i bambini, nelle scuole dei quartieri più malfamati d’Europa: 780 artisti presenti in 12 paesi europei, in Brasile e in Israele. A coordinarlo è la International Yehudi Menuhin Foundation, una organizzazione no profit nata a Bruxelles nel 1991 per volere del noto violinista Yehudi Menuhin. In Italia l’associazione quest’anno compie 10 anni, grazie all’impegno di 277 artisti in 175 scuole: 573 classi che coinvolgono complessivamente 12.424 bambini di 24 città. La sua nascita è strettamente legata alla storia del suo fondatore.

Chi era Yehudi Menuhin? Si narra che quando Béla Bartòk sentì la “Sonata per violino senza accompagnamento” – di cui era autore – eseguita da Yehudi, rimase senza parole. Perché Menuhin – senza dubbio – è stato uno dei più grandi esecutori del XX secolo. Lui non era ancora nato, quando i suoi genitori arrivati appena a New York, cominciarono a cercare casa. Ne trovarono una vicina a un parco, che piaceva tanto alla sua mamma. Yehudi ricordava bene questa storia: “Visto l’appartamento, la proprietaria disse così a mia madre: “Mi dispiace ma io non prendo ebrei”. Un’altra casa la trovarono presto, però: “Quelle parole lasciarono un segno indelebile in mia madre”, che decise di fare un fioretto: “Il suo bambino non ancora nato avrebbe avuto un nome che avrebbe sfidato il mondo. Il suo nome sarebbe stato Ebreo, Yehudi appunto”.

Nato a New York da genitori ebrei-russi, diventerà presto quel fenomeno musicale che sbalordirà, con il suo violino, l’America e l’Europa tra le due guerre. Un bambino prodigio, che a soli 7 anni, nel 1923, si esibisce per la prima volta con la San Francisco Symphony.
Ma Yehudi è stato anche protagonista di storie controverse, come quando nel 1937 decise di suonare a Berlino per la propaganda nazista. Questo gesto provocò il disappunto delle comunità ebree che lo accusarono di essere un simpatizzante del nazismo. Una lunga stagione di viaggi tra Parigi, San Francisco e Londra. Poi, nell’aprile del ’45, il ritorno nella Germania “liberata” con un concerto per i deportati del campo di concentramento di Bergen-Belsen. Sarà questa esperienza a segnare per sempre la sua vita. Tornerà a suonare in Germania ancora nel 1947, sotto la bacchetta del direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, diventando il primo musicista ebreo a esibirsi dopo l’Olocausto e togliendo così qualsiasi dubbio di complicità al nazismo.
Il resto della sua storia ha come set l’India. Nel 1952, la scoperta di questa terra aprirà a Yehudi le porte della grande tradizione musicale indiana. In compagnia della moglie Diana, durante una festa, conoscerà Ravi Shankar, detto the Godfather of Sitar, con cui inizierà una collaborazione destinata a durare per molto tempo.

Nel 1991, memore del voto fatto dalla madre, Menuhin lancia la sua sfida definitiva al mondo creando la Fondazione che porta il suo nome. Da quel momento la sua attenzione si concentra sui bambini delle scuole materne più disagiate, alla ricerca continua del talento nascosto in ognuno di loro, alla scoperta della musica come mezzo per aiutare i bambini a maturare le proprie potenzialità espressive e la propria capacità di osservazione e relazione.

L’opera del violinista, grazie alla Ong, è rimasta tangibile e fruibile dopo la sua morte a Berlino nel 1999. Amava dire: “E’ la reazione dei bambini, la loro gioia di imparare a ballare, a cantare e a stare insieme, è questo che ci da gioia. È questo che dovrebbe guidare il mondo”.

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