Chi l’avrebbe mai detto che un post da domenica di luglio (canicolare, per di più) sugli allori non potati al Colle Oppio – e non dimentichiamoci gli oleandri – sarebbe diventato l’occasione per un dibattito pro e contro il sindaco Alemanno e se era meglio o peggio chi c’era prima. A mio avviso, ci sono scelte politiche e ci sono questioni di buona amministrazione spicciola: la Formula 1 a Roma mi pare una scelta politica, a mio giudizio inutile e sbagliata (ma io la Formula 1 quasi quasi non la farei correre neppure a Monza, figuratevi all’Eur); la potatura degli alberi è una questione di buona – se viene fatta – amministrazione spicciola, perché gli alberi, a non essere potati, soffrono e magari muoiono, e fanno più resistenza al vento e allora, quando c’è una tempesta, si spezza un ramo, o viene giù un tronco, e diventano un pericolo per la gente – e, per di più, di tanto in tanto, possono anche servire da ‘ascensore’ per i marioli.
E allora, sulla Formula 1 e sulle scelte equivalenti, facciamo un dibattito sulla visione, sull’uso e sulla preservazione della città; sulla potatura degli alberi, così come sul cosiddetto ‘decoro urbano’, facciamo considerazioni di gestione corrente. GiorgioT mi suggerisce di fare ‘un giretto per il parco di Colle Oppio’. Non m’è difficile accontentarlo: lo faccio in pratica ogni giorno, abitando proprio in quel rione – ma se Antonio, il direttore, vuole, vado pure a fare un giro negli altri quartieri, uno alla volta. La sporcizia del parco e dei marciapiedi; lo stato di abbandono pressoché perenne d’aree di potenziale richiamo come le Sette Sale e il degrado di strutture da poco risistemate come l’Auditorium di Mecenate – la sera bisogna girarne alla larga, tant’è il tanfo che emana – la presenza ovunque di scritte sui muri sono purtroppo elementi quasi costanti della mia ormai ventennale frequentazione della zona.
Ci sono stati momenti di miglioramento subito seguiti da fasi di riflusso, la cui responsabilità, però, è più dei cittadini che dell’amministrazione, perché pulire può essere compito del Comune, ma tenere pulito è compito di ciascuno di noi. Il che non impedisce l’irritazione, o lo smarrimento, davanti a scelte dell’Amministrazione discutibili o di parte: di scritte sui muri ve ne sono a bizzeffe, di ogni segno e di ogni colore, personali e politiche, di destra – tante – e di sinistra, garbate – poche – e volgari, ma l’unica volta che ho visto sbarcare in tutta fretta una squadra di pulitori comunali è stato quando un cittadino ha segnalato un tag lesivo dell’onore del presidente del Consiglio. Quello è sparito, gli altri sono rimasti e sono ancora lì…

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