Non drammatizziamo, è solo “questione di buona educazione”. La versione odierna di Bondi è truffautiana (traduzione italiota), e anche manzoniana: questo incontro non s’ha da fare. Quello tra il ministro dei Beni e Attività Culturali e il nostro meglio giovane attore, Elio Germano: premiato a Cannes per il furbetto del cantierino de La nostra vita, aveva volontariamente escluso dalla dedica “la nostra classe dirigente”, facendo stracciare le vesti a nani, ballerine, lacchè e altri stimati esponenti di rotta e di governo.

Assente dalla Croisette per i panni sporchi lavati Oltralpe da Draquila, Bondi comunque aveva mal digerito, trovandosi la fronte spaziosa, ma non alta imperlata di un sudore rabbioso: come osa, come può?
Sbollito il roseo disappunto a furia di endecasillabi, aveva successivamente sollecitato un incontro riparatore, chiarificatore, illuminatore e via dicendo: purtroppo, non s’è fatto. Perché? Galeotto fu ‘l paletto e chi lo conficcò: “Uno non può rispondere alla domanda di un incontro mettendo paletti sul luogo. E’ una questione di buon gusto, l’educazione è una dote sempre più rara”, tuona oggi Bondi.

Sostengono le voci del solito corridoio, non si sarebbe nemmeno trovato d’accordo sull’ora – il mattino presto, che preferisce passare con Calliope e Talia destinazione Vanity Fair – e l’arma – una PPK, pur di bondiana (James…) memoria. Dicono anche che al Collegio Romano da oggi I Duellanti abbia scalzato Draquila dalla vetta dei film proibiti…


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