Le quattro tappe del degrado

Quella del Parco Sud è ancora una campagna viva, nelle sue coltivazioni, negli allevamenti, ma anche nel tessuto sociale che stringe rapporti con la vicina città. È ancora Nicolò Reverdini che racconta dei Gas, i Gruppi di acquisto solidale, che ormai raccolgono centinaia di famiglie. Una rete che aiuta gli agricoltori, ma anche la gente di Milano. «Il meccanismo è semplice» spiega Nicolò. «Gruppi di famiglie si uniscono per acquistare insieme i prodotti delle nostre terre, venendo direttamente a comprarli dagli agricoltori. Con vantaggi per tutti. Per noi ovviamente, ma anche per chi acquista a prezzi più bassi, saltando gli intermediatori, e trovandosi sulla tavola prodotti freschi, appena raccolti e coltivati senza alcun additivo chimico. Questa è la prova che il Parco Sud è vivo.»

Ma non è tutto così facile. Senti che la tua casa da un momento all’altro potrebbe sfuggirti via, come è successo a tanti tuoi amici che abitavano qui intorno: «Molti se ne sono andati» racconta Giuditta Bossi affacciandosi fuori dalla corte. Già, è una lotta lenta, silenziosa, contro un avversario inesorabile: «Vede, gli affitti una volta erano almeno ventennali, avevi il tempo di progettarti una vita. Adesso durano dieci anni, anche meno. Ma come fai a pianificare degli interventi, a investire, se hai paura che presto potresti essere costretto ad andartene?». Difficile, quasi impossibile. Succede qui come al Campazzo. «E noi siamo fortunati, i proprietari della cascina sono gente che vive qui, degli amici» sorride Giuditta Bossi. «E però è dura, perché la città ogni anno si mangia fette di campagna sotto i tuoi occhi» spiega Giovanni Gottardi del Wwf. Vincoli o non vincoli, poco importa.

Il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano da anni si sta occupando del consumo del suolo nella Pianura padana. E in particolare nella zona del Parco Sud. Leggendo le sue ricerche trovi conferma, dati alla mano, alle impressioni di Giuditta: il cemento aumenta. «Tra il 1999 e il 2007 all’interno del parco circa 873 ettari sono stati urbanizzati.» Insomma, le costruzioni si sono mangiate l’1,9 per cento delle aree comunali destinate al parco. Non solo: nei comuni sotto i cinquemila abitanti il rapporto è di 231 metri quadrati di nuove costruzioni pro capite. Nelle cittadine tra cinque e diecimila abitanti saliamo addirittura a 470 metri quadrati a persona. I comuni si sono infilati nella fessura lasciata aperta dalla legge che istituiva il parco: hanno applicato le norme tecniche che consentono alle amministrazioni di realizzare le previsioni di sviluppo contenute nei loro piani regolatori. (segue a pagina 5)

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Da “La Colata”
Milano: Ligresti alla conquista del Parco Sud

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