Sono arrivati in piazza di Spagna con il viso coperto da maschere bianche e uno striscione nelle mani. Poi sono saliti sulla scalinata di Trinità dei Monti e lo hanno srotolato. “Il Sud frana e le mafie se la ridono dal Ponte”: comincia così la terza edizione della Lunga Marcia, il viaggio nella memoria dell’antimafia organizzato dalla onlus daSud.

Insieme a loro c’è anche la Rigas – Rete italiana per la giustizia ambientale e sociale – che comincia così i suoi lavori in vista della conferenza Onu che si terrà a Cancun a novembre. Hanno scelto il Ponte perchè è “il frutto avvelenato della shock economy, una delle ‘mucche da mungere’, operazioni fatte con denaro pubblico ma pensate per portare profitto ai privati e che arricchiscono le mafie”. Spreco economico, rovina ambientale, ma anche simbolo di un Paese che non ha voglia di ripartire. “Il Ponte non lo vogliamo  – dicono i ragazzi di daSud – perché non c’è spazio nella nostra idea di futuro per quest’opera inutile e dannosa, perché è la risposta sbagliata all’emigrazione forzata dei giovani meridionali, perché è il feticcio di una classe dirigente che concepisce la politica come occupazione cieca  del territorio”.

Tra luglio e agosto, la lunga marcia farà tappa, tra l’altro, a Crotone, a Locri, a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, a Policastro. Quei luoghi del Mezzogiorno che allo Stato non chiedono ponti. Vogliono sono verità e giustizia perchè la mafia, per ridere, non abbia più nessun motivo.

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