Cambiamenti climatici e biodiversità. Un cortocircuito che sempre più spesso mette a rischio quei luoghi dove piante, animali ed ecosistemi sembravano essere al “sicuro”. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori della Rice University di Houston (Texas), che ha messo in relazione la frequenza del Niño, l’evento climatico tipico del Pacifico che causa inondazioni e siccità, e la vita in Madagascar.

Per capirci: la biodiversità è il frutto di una complessa interazione di tutta la varietà che si trova in natura: da quella microscopica che è scritta nei geni, alle differenze visibili tra un orango e un serpente, dagli habitat che gli fanno da “casa” agli ecosistemi in cui brulica tutta questa vita. Il Madagascar è un emblema di questa ricchezza: gli esperti lo chiamano hotspot, punto caldo, perché è uno dei luoghi dove si concentra un altissimo tasso di biodiversità, con creature che non esistono in nessun altro angolo del Pianeta. Nel mondo ce ne sono solo 34. L’animale “bandiera” del Madagascar è il lemure, il piccolo cugino delle scimmie reso celebre dal cartone animato della Dreamworks. Vive esclusivamente nell’isola africana, ma nemmeno qui è più al sicuro.

Ecco allora i cambiamenti climatici, il cui fenomeno aumenta esponenzialmente gli effetti del Niño , ovvero il “disturbo” del sistema atmosferico del Pacifico che si verifica in media ogni cinque anni ed è l’incubo degli abitanti dei Paesi in via di sviluppo che si affacciano su questo oceano, costretti ogni volta a fare i conti con siccità o inondazioni.

Amy Dunham, docente di ecologia all’università texana e il suo team di ricerca hanno scoperto che El Niño rende la stagione delle piogge in Madagascar ancora più lunga e piovosa. “Quando piove molto forte, i lemuri sono inattivi – risponde Dunham -. Stanno lì ad aspettare che smetta, stretti l’uno all’altro per tenersi caldi”. Inoltre, le piogge torrenziali abbattono gli alberi o spazzano via i frutti proprio quando i piccoli lemuri ne avrebbero più bisogno. E così un Niño più frequente influenza la fecondità di questi animali, che non riescono più a riprodursi, oppure uccide i piccoli che hanno meno di due mesi di vita.

La flora e la fauna del Madagascar sono un tesoro e sono già minacciati dalla deforestazione e dal sovrasfruttamento delle risorse naturali. Adesso ci si mette anche il riscaldamento globale. “Gli effetti negativi addizionali dei cambiamenti climatici – conclude la ricercatrice – rendono ancora più urgente una strategia per salvaguardare la biodiversità”.

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