Tre interviste in cinque minuti. I sondaggi sono a picco, la maggioranza si sfalda e allora Silvio Berlusconi che fa? Ricorre alla sua arma di sempre: la televisione. E così il Berlushow va in onda alle otto di sera a reti quasi unificate. Con una comparsata persino alla radio.

Il premier prima gioca in casa davanti le telecamere amiche del Tg5. E poi gioca in casa di nuovo, davanti le telecamere amiche del Tg1. Il risultalo è comunque identico. Anche se al Tg1, per la gioia del direttorissimo Augusto Minzolini, dà il cavaliere meglio di sé. Complice l’intervistatrice, Nicoletta Manzione, che in tubino nero rivolge al premier una sola e ficcante domanda: Lei ha compiuto una lunga missione nel continente americano, come è andata? “E’ stato un tour de force anche per un giovane di 35 anni come il sottoscritto”, risponde lui. “Sono tornato e mi trovo una situazione italiana che mi pare non precisamente tranquilla”, aggiunge subito dopo. Ma rassicura: “Da lunedì prenderò decisamente in mano tutti i titoli che sono sul tavolo, dalla manovra finanziaria, alla legge sulle intercettazioni, alle leggi sulla giustizia. Insomma, come diciamo a Milano ‘ghe pensi mì’, e tutte queste cose andranno a buon fine”.

“Ghe pensi mi”: il titolo per la gioia delle agenzie di stampa anche questa volta c’è. Meno geniale (dal punto di vista del venditore pubblicitario) è invece l’intervento al Tg5. Dove il premier ribadisce il concetto , ma con ben meno verve. “Quando faccio una cosa la faccio fino in fondo e con grande determinazione, con risultati concreti”. Così anche al giornale radio, al quale riserva la nota politica: “Se qualcuno pensa che le correnti possono provocare un raffreddore, in questo caso sono certo di evitarlo, di sicuro”. Esattamente come i colleghi giornalisti evitano con cura di porgli interrogativi (scontati e per nulla aggressivi) del tipo: Cosa pensa della condanna per mafia del suo braccio destro Marcello Dell’Utri? Sulle intercentazioni accoglierà le indicazioni del presidente Napolitano?.  Roba da prima settima di scuola di giornalismo. Che, evidentemte, nessuno di loro deve aver mai frequentato.

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