Ben trovati!

Forchetta Asinistra (con la “A” maiuscola) parte con un consiglio estivo, proveniente da una delle mete turistiche più frequentate degli ultimi anni: il Salento. Taranta, pizzica, taralli, friselle, ulivi, mandorle. Tradizioni. Musica, cibo e mare. Sì, lo ammettiamo, abbiamo un debole per questa terra.

Questo è uno dei luoghi preziosi dove è ancora possibile scoprire angoli inesplorati, paesini con gli anziani seduti sull’uscio, all’ombra, per prendere il fresco e chiacchierare con il vicino. La chiave è nella toppa. Il turista è uno “straniero”. Tradotto: mancano tutti i comfort dei posti a quattro-cinque stelle, ma non si resta delusi. Così, nel nostro vagare, siamo arrivati a Poggiardo, provincia di Lecce. E qui tra indicazioni, consigli, internet e curiosità, ci siamo imbattuti nel ristorante “La piazza”, al centro del paese. Il perfetto connubio tra tradizione e ricerca, voglia di capire e desiderio di trasmettere. In una zona d’Italia tra le più povere in quanto a cultura eno-gastronimica.

Ai fornelli c’è Stefano Nuzzo. In sala la moglie. La regola è una: solo prodotti di stagione, acquistati nei dintorni e da fornitori auto-certificati. Insomma, la (sana) regola del “chilometro zero”, quando è possibile permetterselo. A tavola abbiamo lasciato libero sfogo alla creatività dello chef. Crediamo sia il modo migliore, in certi luoghi.

Siamo stati ricompensati con una serie di assaggi piacevoli, alcuni inediti, sicuramente equilibrati: dalle crocchette di patate e mentuccia, al fiore di zucca ripieno di ricotta e fiore stesso; dal dalle polpette di polpo fritte e con la buccia di limone, al timballo di alici appassite e origano fresco. Per i primi, ottime le linguine alle uova di pesce. Variabile il condimento, a seconda del pescato. E ancora i maccheroncini al sugo di gallo ruspante e le farette (pasta di farro) con olive nere, pomodoro, rucola e cacioricotta.

Nei secondi, scende in campo il pescatore, il tempo e la fortuna. Sì, insomma, quello che il mare offre, Stefano porta in tavola. Stupenda la zuppa (va ordinata con 24 ore di anticipo), buona la griglia (ma spinatelo da soli, rischiate brutte sorprese!). In lista presente anche la carne di cavallo, tipica della zona. In quanto a i dolci, anche qui è la casa a proporli. Se amate il gelato, non perdete quello alla cannella, servito con amarene sciroppate al sole. Sole vero…

Un piccolo neo è la carta dei vini, non proprio all’altezza, ma è anche vero che la zona non offre grandissime risorse. La sorpresa? Il conto. Se evitate il secondo di pesce (sui 50 euro al chilo) uscite con circa 25 euro a testa, il palato ricco di piacere e lo stomaco non in difficoltà.

Buon appetito!

Ristorante “La piazza”, Poggiardo, Piazza Umberto I, 13. Telefono: 0836 901925. Posti: 35 dentro, 60 fuori.

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