Immaginate una pubblicità in cui una bella signora, carica di borse della spesa, rientra in casa, apre la porta della cucina e trova il marito che urina con una certa soddisfazione sul pavimento. A quel punto la bella signora, a cui nel frattempo sono cadute le borse, e si è pure rotto un barattolo di pelati che è finito a imbrattare le fodere bianche del divano, si mette a gridare cose tipo “Ma sei impazzito! Guarda cos’hai fatto! E guarda anche il divano adesso, per colpa tua! E che cosa dovrei fare per pulire ora?”

Il marito non si scompone, anzi, allarga le braccia, sorride e dice: “Ma cara, non hai il nuovo detersivo Pulisci Giusto?” Nel gran finale di rèclame i due scoppiano a ridere e si abbracciano, la scena sfuma in dissolvenza per dare spazio al marchio del detersivo e una voce fuori campo ne descrive la convenienza, l’efficacia e le tre fragranze in cui è disponibile, in grado di coprire tutti, ma proprio tutti gli odori. Fine.

Immaginate, poi, che non stiate né ascoltando una delle geniali parodie di Sei Uno Zero su Radiodue, né guardando un episodio dei Simpson, né rivedendo un vecchio sketch di Guzzanti nella Casa delle Libertà. E’ tutto vero. Cosa pensate? Io non lo so cosa penserei, ma so come mi sentirei. Come ieri mattina. Stavo andando a recuperare uno dei miei masnà in montagna, dopo una settimana di soggiorno, avevo appena fatto il pieno di metano alla macchina e appena finito di pensare che vado troppo spesso a benzina e troppo poco a metano, che di distributori ce ne sono pochi.

Comunque. Ho acceso la radio e a un certo punto è partito lo spot di una banca che suonava più o meno così: un bravo capofamiglia (perché aveva la tipica voce del capofamiglia) entra in casa, saluta ad alta voce e incomincia a sacramentare, rivolto ai familiari: “luci accese nell’ingresso, luci accese in soggiorno, luci accese in bagno … ma che conto corrente dovrei avere per permettermi tutto questo!

Moglie e figli in coro rispondono: “Ma non hai il Conto Sostenibile della banca xxx?” A quel punto parte la voce dello speaker che decanta l’economicità e le doti del servizio in questione. Fine. Ora: vuoi sottolineare che un conto costa poco? Va bene. Vuoi sottolineare che chi ha il conto da te è un signore e può permettersi di SPENDERE tutto quello che vuole, di sprecare? Va bene. Ma non lo chiamare Conto Sostenibile. Se no viene da pensare che per la Banca l’unica cosa che conta sia il costo, il prezzo. Che ogni cosa ha un prezzo (e noi non crediamo che sia così, vero?).

Tutto il resto viene dopo, anzi, non viene proprio: che importa se spreco la corrente, se lascio il gas acceso, si piscio nel salotto, tanto sono carico di soldi, posso sostenere qualsiasi costo perché c’ho il conto corrente giusto. Hai mai sentito parlare di Sviluppo Sostenibile? Hai mai sentito parlare di Economia Sostenibile? No.

Come diceva qualcuno: “chi parla male, pensa male e vive male”. Allora, per piacere, quando diamo i nomi alle cose, facciamo un po’ di attenzione.

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