Dal nostro inviato Stefano Feltri – 8 maggio 2010 All’improvviso la crisi greca è tornata quello che sembrava all’inizio: un’emergenza alla periferia dell’Europa che sta destabilizzando uno Stato dalle fondamenta fragili. I mercati internazionali sono stati travolti dalle preoccupazioni degli investitori per la capacità degli Stati europei di onorare i loro debiti. E la priorità per l’Unione europea è diventata salvare la zona euro, la moneta unica e forse l’Unione europea.

Germania, Italia, Portogallo e quasi tutti gli altri membri dell’euro (Slovacchia esclusa) hanno dato il via libera ai prestiti straordinari, ma con troppo ritardo: gli investiori sui mercati non si fidano più e chiedono altre rassicurazioni. In pratica vogliono che entro lunedì la Banca centrale europea annunci di essere disposta ad acquistare titoli di Stato non solo per la Grecia (sono junk bons, titoli spazzatura) ma anche per gli altri Paesi, Italia inclusa.

Qui ad Atene, quindi, ormai si aspetta soltanto di capire quanto la Grecia verrà colpita da questa nuova fase della crisi, ma almeno c’è la consapevolezza di essere vittime di un disastro più grande che non è stato provocato dai greci ma soltanto innescato.

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