Alla fine Giancarlo Innocenzi, componente del Consiglio dell’Autorità nelle Comunicazione (Agcom) si è dimesso questa mattina. Lo ha comunicato, attraverso una nota ufficiale, il presidente di Agcom Corrado Calabrò. Alla base di questa decisione il coinvolgimento del membro dell’Autority nell’inchiesta della Procura di Trani sulle pressioni di Silvio Berlusconi per fare chiudere Annozero. Accusato di favoreggiamento personale, il componente del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, nel corso di un’audizione, aveva negato di aver ricevuto delle pressioni dal presidente del Consiglio. Le parole di Innocenzi, tuttavia, furono smentite dalle intercettazioni telefoniche pubblicate da Il Fatto Quotidiano, che rese noto lo “strano rapporto” tra Berlusconi e Innocenzi in un’inchiesta a firma di Antonio Massari, poi perquisito dagli agenti della Digos come raccontato nel suo blog su ilfattoquotidiano.it (http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/23/quando-violare-diventa-dovere/).

Subito dopo il clamore mediatico suscitato dalla vicenda, inoltre, anche l’Agcom avviò un’istruttoria per valutare le possibili violazioni del Codice etico interno. Per Innocenzi è stato l’inizio della fine. Il commissario, infatti, da allora non ha più partecipato ai lavori dell’organismo di garanzia di cui ha fatto parte fino a qualche ora fa, quando, tramite una nota, la stessa Agcom ha comunicato il passo indietro del “fedelissimo Berlusconiano” non senza apprezzarne “la sensibilità istituzionale da lui dimostrata”.

Ex sottosegretario alle Comunicazioni dal 2001 al 2005, prima di entrare nell’Agcom Innocenzi ha seguito da vicino il cammino della legge Gasparri. Da commissario dell’Autorità di garanzia, invece, era già stato coinvolto nel 2008 nelle intercettazioni delle telefonate con Agostino Saccà, allora responsabile di Rai Fiction. Nelle conversazioni in questione, Innocenzi avrebbe favorito la volontà del premier di “agevolare” la caduta del governo Prodi tramite il tentativo di portare dalla parte di Berlusconi i moderati del centrosinistra. Anche in quell’occasione, il comportamento di Innocenzi finì all’attenzione del comitato etico dell’Autorità, che lo assolse. All’epoca, secondo l’organismo di garanzia, non ci fu nessuna violazione del codice; oggi la stessa Agcom ha accettato le dimissioni di Innocenzi senza colpo ferire.

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