Ancora una volta, nel silenzio generale, esplode il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi. Sull’ipotesi che Sky potesse essere autorizzata a concorrere alla prossima asta delle frequenze digitali, sua Emittenza, dopo aver fatto intervenire più volte il viceministro Romani e l’ambasciatore italiano presso l’Unione Europea, usando il ruolo di premier italiano, è sceso direttamente in campo e ha fatto bingo per Mediaset.

Durante uno degli ultimi vertici europei ha preso in disparte il presidente Barroso e gli ha parlato di affari personale trasformandoli in bene comune, convincendolo così ad intervenire contro il grande nemico, il commissario per la Concorrenza Almunia. Quando sembrava già tutto deciso, cioè di anticipare l’entrata di Sky (prevista per il 2012) nel digitale terrestre italiano, Almunia è pronto a tornare sui suoi passi.

Il responsabile dell’Antitrust, grazie all’intervento di Berlusconi su Barroso, si sarebbe convinto che l’entrata del gigante satellitare di Murdoch nel digitale potrebbe soffocare i network italiani. Il Cavaliere paladino dei deboli? Non credo proprio. Almunia, in un primo momento sembrava favorevole perché considerava il mercato italiano della pay-tv un pessimo esempio per l’Europa in quanto monopolio del Cavaliere.

Breve storia della pay-tv in Italia. Mediaset Premium scende in campo nel 2005. In cinque anni ha realizzato ricavi per 560 milioni di euro, i clienti della pay della famiglia Berlusconi superano la ragguardevole cifra di 4 milioni. L’obiettivo di Mediaset è quello di raggiungere, entro il 2011, il miliardo di ricavi e 6 milioni di clienti.

Romani il più indaffarato per accontentare il capo, aveva lanciato un allarme: “Le tv locali sono spaventatissime all’idea di un ingresso anticipato di Sky sul digitale, mercato che inizia ad avere un suo equilibrio”. La realtà invece è un’altra: non bisogna disturbare gli affari di sua Emittenza. Un po’ quello che la Rai ha deciso di fare e lo ha messo per iscritto sul Piano Industriale. La tv di Stato si occuperà solo del digitale free e non pay. Fine della libera concorrenza.

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