Dal 16 giugno 2009 ho dedicato il mio lavoro e la mia vita, in maniera quasi continuativa, alla questione della gestione emergenziale all’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Ne sono scaturiti due documentari (“Yes We Camp”, ultimato il 25 ottobre 2009, e “Comando e Controllo”, uscito in anteprima a New York il 6 aprile 2010) e un libro (“Protezione civile SpA”): è una specie di trilogia – se mi si passa il termine – che considero assolutamente necessaria per una comprensione, almeno parziale, di quanto è successo e di quanto è stato fatto nell’aquilano dopo il sisma.

Non sono lavori di controinformazione. Non ho mai fatto informazione “contro” qualcosa, ma al servizio dei fatti. L’emergenza, all’Aquila come altrove in Italia e nel mondo, diventa una splendida opportunità di profitto e di controllo sociale e politico. E in questa applicazione all’Italiana della shock economy ci sono anche emergenze inventate, grandi eventi, cantieri: lo stato di eccezione, lo stato d’emergenza diventa il modo più comodo per gestire il potere. Se poi gli si accompagna il controllo (diretto o indiretto) dell’informazione, il quadro diventa completo.

Per me L’Aquila è diventata paradigma della situazione italiana: uno stato in emergenza democratica, in emergenza-informazione. Uno stato in cui raccontare i fatti, correlarli, avere opinioni, esporle, è diventato fondamentale.

Ecco perché entro a far parte, con piacere, della squadra di blogger che collaborano al nuovo sito de Il Fatto Quotidiano. Per parlare ancora dell’Aquila e di altre questioni che riguardano uno stato in emergenza.

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